Imprecazioni

Qualche giorno fa in macchina, fermi in coda, il nano è uscito con la seguente esclamazione, assolutamente pertinente tra l'altro: 'Ca miseria, ragazzi, ci muoviamo?!
Mio marito, alla guida, si è subito girato verso di me con gli occhi sgranati. 
Abbiamo trattenuto a stento una risata, poi serio ha spiegato a Simone che "porca miseria" non si dice... e ha colto l'occasione per ricordarlo anche a me, vista l'innegabile provenienza di questa espressione (è vero, deve averlo sentito sicuramente da me).

Ieri mattina, dopo aver montato una ferrovia di legno grande come tutto il salotto, ho lasciato un attimo il nano a giocare coi treni e quando sono tornata l'ho sentito borbottare... cogliendo ripetuti ca miseria!
Cercando di mantenere un volto impassibile, gli ho ricordato che "è una cosa che non si dice".
Perchè è una brutta parola? Mi ha chiesto.
Sì, amore. Ho confermato.
Dopo averci pensato un attimo però ha precisato: Ma quando si rompe un treno, 'ca miseria si dice!

Pediatra

La lettera della ASL che, qualche settimana fa, ha annunciato la pensiona della nostra pediatra mi ha gettato nello sconforto. 
Non solo per il rammarico di "perdere" una figura professionale così competente, umana, premurosa e gentile, ma per il panico di dover trovare una sostituta.
Può esistere un'altra dottoressa (della mutua!) che mi chiama alle 21.30 per sapere come sta mio figlio scusandosi per il disturbo?
Un'altra che sa cosa ho passato per il parto, l'allattamento, annessi e connessi e che sa rincuorarmi come nessuno?
Un'altra che non mi giudica se spesso alle visite non riesco a essere presente per il lavoro?
E invece... invece grazie al suggerimento di un'amica, abbiamo una nuova pediatra che mi ispira moltissimo e mi sembra una degna sostituta.
Conosciuta dapprima al telefono, per l'emergenza febbre/raffreddore/tosse che periodicamente colpisce, e oggi di persona.
Buone le premesse,  ottima la conferma.
Disponibile, simpatica, rassicurante. E al nanetto è piaciuta così tanto che si è presentato col miglior sorriso e lo sguardo da "bravo bambino".
La dottoressa all'inizio ci è cascata! Lo ha riempito di complimenti e attenzioni, lo ha fatto ridere ...fino al controllo delle orecchie. Quando la vera natura da teppa è uscita allo scoperto: fuga con urla, un pezzo forte del repertorio.
Per fortuna, non siamo arrivati alle altre forme di protesta già viste, come ridurre in coriandoli la carta che copre il lettino, rubare lo stetoscopio o la penna, fare l'opposto di quello che gli viene chiesto (apri la bocca, respira...). 
Il piccolo paziente si è limitato ad aprire un armadietto colmo di tachipirina tentando il furto di alcune confezioni.
E a fine visita a concluso: Tu vai a casa mamma, io no.
E tu resti qui ad aiutare la dottoressa? Ho chiesto.
Sì, scrivo nel suo compiute grigio.
Meglio di no, prima che anche la nuova dottoressa decida di andare in pensione (molto) anticipata!

Occhio per occhio...

Martedì pomeriggio, ufficio, ore 16.15.
Squilla il telefono, è il numero di cellulare di mia mamma.
Mentre alzo la cornetta mi preparo a sentire una delle solite frasi (allarme varicella all'asilo, pipì addosso ecc. ecc.).
Invece, al mio pronto risponde una voce mogia e abbattuta. Una vocina così flebile che faccio fatica a capire.
"Mamma...."
"Dimmi amore!"
"Mi ha morsàto"
"Chi ti ha morso amore?"
Mi dice il nome di una bambina che non ho mai sentito. E la consapevolezza di conoscere soltanto 2 nomi su oltre 20 bambini che frequentano l'asilo di mio figlio mi ricorda che sono una mamma assente... che lavora a tempo pieno e non ha tempo di frequentare le altre mamme.
Cerco di consolare il nanetto, che mi spiega che gli è uscito anche il sanguo (bel morso, quindi!) e gli hanno messo un cerotto (cosa che ha molto apprezzato, infatti il volume della voce sale leggermente).
"Pulcino - gli dico - vedrai che col cerotto passa tutto, poi stasera la mamma ti dà anche un bacino".
Per inciso, cerotto, bacino e gelato (ghiaccio) sono le uniche medicine che riesco ad applicare.
Il piccolo ferito mi risponde: "Sì, ma E. è cattiva, domani la picchio!" 
"Ma no tesoro, non si picchiano gli altri bimbi"
"Allora le sparo con la pistola!"
"No tesoro, la pistola no!"
"Allora le sparo con il cannone!"
 

Acquababy - 2

L'entusiasmo per la piscina (e le ciabatte, il costume e l'accappatoio con cui mio figlio vorrebbe tornare a casa nonostante i 12 gradi esterni) continua. 
Devo ancora trovare una soluzione per la fase doccia: attualmente una gara di resistenza tra me che urlo "Stai fermo!" e "Vieni qui!" e il nano che scappa sul pavimento scivoloso rischiando di volare, il tutto seguito da urla spaccatimpani nel momento in cui riesco a immobilizzarlo per sciacquarlo.
Nella fase spogliatoio, invece, sono molto migliorata. Ieri eravamo pronti addirittura in anticipo e abbiamo avuto occasione di incrociare i bambini della lezione precedente. 
Più grandi del mio, non sono accompagnati da mamma/papà/nonna/tata, ma sono tutti affidati alla pazienza di una giovane maestra.
La mia ammirazione per questa bella ragazza è stata immediata: li ha fatti uscire tutti dall'acqua, contemporaneamente e senza un capriccio, soltanto chiedendoglielo una volta.
E le è bastato dire "Mettete l'accappatoio e le ciabatte" perchè i suoi piccoli allievi eseguissero senza fiatare!
La mia stima, o forse invidia, è diventata incontenibile: "Che brava che sei a gestirli tutti da sola!" ho esclamato pensando Io non ce la farei mai...faccio fatica con uno!
E lei, come se niente fosse: "Di solito sono anche di più".
Sigh!

Telefono

Quando sul display del telefono compare il numero di mia mamma a quest'ora (cioè dopo che ha recuperato Simone all'asilo), provo sempre un po' di apprensione. 
Allarme varicella, allarme pidocchi, pipì addosso e labbro rotto causa facciata con rincorsa... non so mai cosa aspettarmi.
Questa volta era solo una telefonata "di cortesia", il nanetto voleva salutarmi.
Simone: Ciao Mamma dove sei?
Io: A lavorare
Simone: In ufficio col compiute? (per mio figlio è inconcepibile che una parola termini con una consonante: il trenino Thomas è Tomase, Robin Hood è Robi Nudo e Peter Pan è Pite Panne)
Io: Sì amore, in ufficio.
Simone: Io sono con la nonna Fola (ma và?), guadda questa palla mamma!  Ti piace?
Io: (....) Sì amore. Ci vediamo stasera a casa.
Simone: Sì, ora devo andare, ti richiamo dopo. Tu vai via. Ciao!

Ora devo andare... ti richiamo dopo?!?! 
Un nano di due anni e mezzo che deve andare e mi richiama dopo? 
Sto ridendo con le lacrime, i miei colleghi mi guardano perplessi. 
Ma per fortuna non dicono nulla.

Acquababy

Spinta dai racconti entusiastici di altre mamme, ho deciso di iscrivere mio figlio al Corso di Acquababy (0-3 anni).
Lunedì, l'unico pomeriggio disponibile, ho recuperato il nano all'asilo e siamo andati a iscriverci. 
Entrare nella struttura è un po' come atterrare a Sharm El Sheik partendo da Malpensa in inverno: uno schiaffo caldo in piena faccia! 
All'esterno pochi gradi, vento tagliente di tramontana, giacca pesante e sciarpa; all'interno il clima di un hammam, un caldo umido che invita allo spogliarello immediato.
L'iscrizione dura più del previsto. Non so per quale motivo, devo ripetere almeno cinque volte indirizzo e data di nascita, cadendo poi sulla domanda che avrei dovuto aspettarmi: ha il certificato medico rilasciato dalla pediatra? Ovviamente no.
La receptionist legge la disperazione nei miei occhi... non posso tornare a casa dopo 20 minuti a sudare davanti al bancone. Clemente, ci rilascia comunque un bracciale magnetico giallo e gommoso, su cui sono "caricate" docce e phon, che il nanetto vuole subito mettere al polso, orgoglioso come se indossasse un Rolex. 
Riuscire a utilizzarlo anche per passare dal tornello, appoggiandolo nel punto giusto, è un'impresa, ma ignoro le mamme impazienti dietro di me e alla fine il nano riesce ad aprire con il suo "brassaletto magico".
Mentre la temperatura sale, e dal Mar Rosso siamo passati alla foresta amazzonica, raggiungiamo gli spogliatoi. Mi accorgo subito di essere molto meno organizzata delle altre mamme, perchè mi mancano:
- bagnoschiuma e shampoo per me
- elastico per legarmi i capelli 
- ciabatte e cuffia per il piccolo nuotatore
- sufficiente prontezza per impedirgli di raccogliere dal pavimento tutti i capelli che trova (bleah!)
- sufficiente velocità nel cambiarmi mentre lui si arrampica sui fasciatoi 
Dopo 10 interminabili e accaldati minuti, in cui il nanetto ha chiesto a tutti i presenti "Co' ti chiami?" e ha commentato ad alta voce accappatoi e ciabatte altrui, siamo finalmente pronti!
La maestra Miriam ci accompagna alla piscina, e mentre appendo il mio accappatoio all'attaccapanni, vedo il nano che entra disinvolto in acqua con il suo addosso. 
Per fortuna viene placato prima che si immerga del tutto.
La "lezione" vola via veloce tra grande entusiasmo e alcuni momenti di terrore quando viene lasciato solo a galleggiare coi braccioli per la prima volta, ma in complesso si diverte tanto che non vuole più uscire dall'acqua. 
Ma il bello deve ancora venire... la doccia.
Mentre gli altri bambini si fanno lavare senza fare una piega, il mio urla e tenta più volte la fuga, rischiando di volare sul pavimento bagnato e di suggerire a qualcuno di chiamare il Telefono Azzurro per "lavaggio coatto".
Nel frattempo, abbiamo sprecato almeno 3 buoni doccia schiacciando a caso i pulsanti attivati dal bracciale magnetico, e fatto partire tutti i phon dello spogliatoio (10 buoni andati). 
Finalmente, dopo inseguimenti con le calze in mano e vane richieste di tornare a casa in costume, siamo tutti e due rivestiti, il nano stanco ma felice, io con dei capelli impresentabili,e ancora più stanca di lui. Ma ugualmente felice di questa esperienza condivisa col mio cucciolo.

Anticorpi

Dicono che i bambini piccoli "devono farsi gli anticorpi", e sicuramente è vero che crescendo e ammalandosi rafforzano le proprie difese immunitarie. Il primo anno di asilo nido, mio figlio stava a casa una settimana ogni due, alla faccia dell'investimento! Ora, al secondo anno, le cose sono leggermente migliorate, ma i malanni sono comunque piuttosto frequenti.
Ho imparato a metterli in preventivo, soprattutto in vista di week end, feste e ponti.
Quello che non avevo messo in preventivo è che questa incidenza di influenze, raffreddori eccetera avrebbe colpito anche me, che regolarmente seguo a ruota il nanetto.
Ieri, quando sono andata a prenderlo all'asilo coi consueti 10 minuti di ritardo (ovviamente la stampante dell'ufficio decide di scioperare appena prima che io spenga tutto per uscire), la maestra premurosa mi ha avvisato di una brutta influenza che gira, con febbre, vomito e dissenteria come sintomi principali. La mia testa era già pronta a organizzare la task force di nonne in sostituzione del nido, ma Simone non ha dato segni di malessere. In compenso io ho passato la serata e la notte stando malissimo e chiedendomi, a 32 anni: "ma i miei anticorpi, quanto ci mettono a farsi?!"

Shopping

La mia propensione allo shopping è decisamente inferiore alla media, per scarsità di tempo e risorse, ma soprattutto perchè oltre a mal tollerare la ressa e le corse per rientrare in ufficio entro mezz'ora di pausa pranzo, non sopporto la mia immagine riflessa nello specchio di camerini troppo illuminati e spietati, alla faccia di commesse bugiarde programmate per dire sempre e comunque "ti sta benissimo!".
Ho comunque sempre cercato di risolvermela nei ritagli di tempo, senza coinvolgere la mia dolce e insofferente metà e, tanto meno, il mio adorabile ancor più insofferente figlioletto.
Ieri mattina, non potendo più rimandare l'acquisto di un paio di pantaloni neri (nonostante l'armadio pieno, il dogma "non ho niente da mettere" è sempre valido!) ho provato a sfruttare un'inaspettata e irripetibile combinazione di fattori favorevoli a una mattinata "padre/figlio": campionato del marito sospeso per un'esagerata allerta meteo, nessun impegno sportivo/familiare, nanetto non influenzato. 
Per non rischiare, mi sono giocata la carta ricatto morale: "Visto che oggi pomeriggio TU vai allo stadio, stamattina andrei in centro a comprarmi i pantaloni", ho detto a mio marito.
Pensavo che il riferimento allo shopping fosse un deterrente formidabile, mi aspettavo una muta rassegnazione, un "OK, vai!" di sollievo per non dover assistere alle mie crisi depressive da specchio. E invece mi ha spiazzato con un convinto "veniamo anche noi".
Temendo una spedizione tragica, con i maschi annoiati e impazienti a mettermi fretta, avevo già perso l'entusiasmo per la mia mattinata di acquisti in solitaria. Ho provato a protestare ma le mie argomentazioni non sono state sufficientemente convincenti.
Arrivati a destinazione, mi sono subito diretta verso gli scaffali "total black" quando mi sono accorta di due spettatori appiccicati alle costole, a cui mancava solo il fumetto "scegli in fretta e fatteli piacere senza nemmeno provarli". No, così non ce la posso fare! 
Presa da un'improvvisa ispirazione, ho esclamato come davanti a un diamante di Tiffany: "Che meraviglia, le scale mobili! Perchè non andate un po' su e giù?!". 
Evviva i negozi multipiano! Grazie a questo geniale diversivo, ho avuto il tempo di visionare quasi tutto il piano terra e scegliere tre paia di pantaloni da provare.
Per fortuna, essendo domenica mattina presto, c'era poca gente e l'area cabine di prova è diventata scenario ideale per giocare a nascondino! 
Che divertimento poi, per Simone, proseguire inseguimenti e nascondino anche nel reparto bimbi, con mamma e papà a rincorrerlo per provargli una giacca.
L'unico a non divertirsi, in questa bella mattinata diversa dal solito, è stato il mio portafoglio, avendo comprato ben più di quanto era in programma... 



 

Amiche mamme

Ci sono persone conosciute in periodi particolari della propria vita, associate a un determinato stato d'animo. All'università, per esempio, quando la vita "da grandi" non è ancora cominciata davvero. 
Persone conosciute per caso che restano lì per anni, per sempre. Che puoi perdere di vista per un po', che sono geograficamente lontane, ma basta una telefonata per tornare indietro nel tempo, a quando ci si sentiva tutti i giorni, in cui ogni novità andava subito condivisa.
Una di queste persone, una carissima amica, ha ritrovato una foto di 12 anni fa. Del periodo dell'Università, appunto, delle estati lunghissime, molto più lunghe delle 2 settimane ad agosto che adesso sembrano già tanto. Le nostre facce abbronzate dopo la Sardegna, dopo un concerto. Ore piccole e tante risate. 
Pochi rimpianti perchè oggi, con qualche anno in più e qualche follia in meno, ritrovarsi è un'emozione sempre uguale, sempre forte, anche se commentiamo asili e non locali, figli e non ragazzi, nelle nostre vite di mamme che possono condividere anche questa meravigliosa esperienza.
 

Ali ed etica

Come molti maschietti, mio figlio è un grande appassionato di mezzi di trasporto: navi, auto, camion, aerei ed elicotteri. Dal momento che per lui tutti i velivoli erano "cotteri", ho provato a spiegargli la differenza con gli aerei. 
Dopo avermi ascoltato, e aver detto "No" a priori alla mia spiegazione, si è illuminato: "Mamma, gli aeei hanno le ali, i cotteri hanno l'etica!"

Buongiorno...

Ci sono momenti in cui vorri essere su un'isola deserta, e nel caso in cui non fosse possibile, semplicemente che il pavimento sotto di me si aprisse per inghiottirmi e togliermi dall'imbarazzo.
Come questa mattina. Sveglia prestissimo dopo poche ore di sonno, assurdo rigiro di mezzi di trasporto (la mia macchina è dal meccanico, quindi vado in motorino a prendere la macchina di mia mamma, lasciando lì il motorino che poi dovrò recuperare) per portare Simone all'asilo e arrivare in ufficio possibilmente prima del compimento della profezia dei Maya.
L'orologio, questa volta, è dalla mia parte: al momento di mettere le giacche, siamo in perfetto orario. Ma qui parte il primo, inesorabile, inspiegabile capriccio.
"No voio quetta giacca blu, voio quella marone".
Sarò fissata, sarò perfida, ma che un bambino di 2 anni e mezzo faccia i capricci per il colore della giacca, proprio non mi va. Il mio abbigliamento, dalle mutande alle scarpe, mi è stato imposto fino almeno alla terza media... e mi impunto.
Nanetto in fuga, io lo inseguo intorno al tavolo: è una questione di principio, oggi si mette la giacca blu che è impermeabile. La giacca marrone, quando piove, non va bene.
Riesco a vestirlo mentre è in modalità biscia inferocita, e sperando di essere davvero pronti a uscire, acchiappo borsa, cambi, pranzo e varco la soglia di casa.
Altro dramma: "Voio chiudee io la potta". Nella fretta, non mi è nemmeno passato per la mente. Ma non c'è tempo, e - come dice Tata Lucia, di cui sto leggendo "Fate i bravi" come fosse la bibbia, i capricci non vanno assecondati.
Parte una scena che l'oscar come miglior attore tragico non ce lo toglie nessuno. Urla, pianti, grida mentre si accascia per terra per non camminare.
Nel totale imbarazzo, ben cosciente che i muri e le porte del mio palazzo non filtrano alcun rumore, gli intimo minacciosa di smetterla, ottenendo - ovviamente - l'effetto opposto. Linda Blair ci fa un baffo! Spero che compaia come per magia il prete del film "L'esorcista" a risolvere la situazione con un po' di acqua santa.
Non so se essere più disperata per l'inquinamento acustico che provochiamo o per l'inesorabile ritardo che ancora una volta ha la meglio sulla mia buona volontà.
Provo a prenderlo in braccio per portarlo fuori, ma la modalità biscia inferocita è sempre attivata ed è pressochè impossibile. 
In quel momento, ciliegina sulla torta, esce dall'ascensore un vicino di casa che mi guarda con disapprovazione e curiosità. E... non se ne va. Rimane lì a guardare come risolverò la situazione... se ne sarò capace, peggio del plotone di SOS Tata.
Ma lui non è in ritardo? Non è di fretta? Perchè resta qui a guardarci?
Indecisa se essere una mamma accomodante o una mamma severa, do uno strattone al piccolo indemoniato, poi lo prendo in braccio e con voce tranquilla ma ferma cerco di calmarlo. Nel frattempo guadagno l'uscita e mi fiondo verso la macchina.  

Favole

La favola preferita da mesi, ormai, è quella dei Tre Porcellini: tutte le sere quando si va a nanna la racconto sempre con le stesse identiche parole, perchè basta dire "felicità" invece di "gioia" per essere ripresa. 
Ammetto che, pur sapendo quanto ai bambini piaccia la routine, avrei voglia di cambiare un po'... e l'altra sera gli ho proposto La Cicala e la formica.
Contrariamente alle aspettative, ha accettato di buon grado, salvo poi chiedermi comunque i Tre Porcellini. La sera successiva, invece ha proposto lui una variante: "Mamma, mi conti la cicala senza la fommica?"
Dubito che De La Fontaine abbia pensato anche a questa versione... Ripiegherò sconsolata sui Tre Porcellini!

Cuginetta

Mio figlio, di due anni e mezzo, ha vissuto per la prima volta la magia di una nascita, quella della sua cuginetta. Dopo averla "cercata" nel pancione infilandosi sotto il vestito della zia e chiedendo dubbioso "qui dentlo?", ieri l'ha incontrata vis à vis.
La prima reazione è stata di delusione (troppo piccola per interagire) e curiosità nel vederla "accattata" alla zia che la stava allattando.
"Amore, Giulia sta facendo la pappa", gli ho spiegato. E lui subito ha voluto sapere se stesse mangiando la pasta al pesto o al sugo!
Fino a questo momento, l'approccio sembrava positivo: le ha accarezzato delicatamente la testa e la mano. Poi ho fatto l'errore di prendere in braccio la nipotina...
"Mamma, io voglio venire in blaccio", ha esclamato perentorio. E ha aggiunto "Tu no la plendi  in blaccio, la butti via. Giulia no mi piace!" ...leggermente geloso.

Curriculum e comodino

A volte penso che invece di un curriculum vitae, basterebbe una fotografia del mio comodino. 
Una pila di libri, tra romanzi e saggi di pedagogia, indicano sia la passione per la lettura sia il poco tempo che posso dedicarvi, la voglia di evasione e il bisogno di "imparare a fare la mamma".
Lo spray broncodilatatore e il pacchetto di fazzoletti di carta mi condannano senza appello: il mio cucciolo asmatico ha preso da me... 
Il foulard della squadra del cuore mi ricorda che, ogni tanto, la domenica, sono una tifosa scalmanata oltre che una mamma seria.
L'immancabile radiosveglia è un monito a chi osa svegliarmi con suoni fastidiosi come il classico bip-bip: la mattina ho bisogno di buona musica, specialmente dopo una notte ...movimentata!
La "crema snellente pancia e fianchi" denuncia ancora qualche chilo di troppo, in attesa che l'azione combinata con la dieta mi faccia rientrare in quei vecchi jeans... Certo, ricordarsi di utilizzare la crema e di rispettare la dieta sarebbe molto utile.
Et voilà il mio profilo: mamma con pancetta, amante della lettura e con carenza di sonno!

Mamme

Ci sono tanti modi di essere mamma. Soprattutto al giorno d'oggi, in un mondo moderno e velocissimo, in cui si diventa mamme, più' o meno consapevolmente, da 14 a 54 anni. 
In cui ci sono mamme che fanno soltanto le mamme, mamme che fanno anche da papà, mamme che rinunciano al lavoro e mamme che vanno a lavorare perché non hanno altra scelta. Mamme che fanno carriera (pochissime), mamme che la rimpiangono. 
 Mamme a distanza, mamme surrogate, mamme che viaggiano, mamme per scelta e mamme per caso, mamme di corsa. 
E noi, figlie diventate madri, pensiamo "voglio essere così", o "non voglio essere come lei". Come le mamme fisicamente presenti, ma con la testa da un'altra parte, che era come se non ci fossero. 
Come quelle mamme esigenti, che si aspettano il massimo in tutto. E una figlia deve essere bella, intelligente, brava a scuola e nello sport. Ma non ridere in modo sguaiato, non fare i capricci ...lasciati fare le trecce che così sei più ordinata
Come le mamme che rimangono figlie, e che ti confondono, perché dovresti essere tu a cercare conforto nelle sue braccia per la fine di una storia, tu a rubarle i vestiti dall'armadio, tu a rientrare tardi la sera, e non viceversa. 
Come le mamme che quel che conta è far vedere che va tutto bene, e non ha importanza se dentro è tutto sbagliato. 
Tante sono scelte, tante invece conseguenze inconsapevoli. Ma ogni parola, ogni gesto, lascia un'impronta che non si cancella, e che sarà sempre presente, come il suo DNA: ma soltanto il DNA non si può cambiare.

Cambio stagione

Devo trovare un modo convincente per spiegare a mio figlio che l'estate è finita.
Si rifiuta di indossare la giacca per uscire, concedendomi controvoglia di infilargli il maglione, e appena torna a casa pretende di rimanere in maniche corte.
Non vuole i james (jeans) né i pantaloni grandi (lunghi), e ho dovuto mettere via di nascosto tutti i pantaloni piccoli (corti) per evitare che li trovasse da solo nel cassetto e tentasse il baratto.
Il pomeriggio, dopo l'asilo, chiede di andare al mare o in piscina, incurante della tramontana che ha abbassato la temperatura di almeno 10 gradi nelle ultime due settimane. 
E, per finire, stamattina mi ha detto: "Io non mi voio vettire, io voio il cottume!".
Quando accenderanno il riscaldamento, mi chiederà i sandalini da spiaggia?!

Botta e risposta

Con molto orgoglio, posso dire di aver trasmesso a mio figlio (almeno per ora) l'amore per i libri. 
Ieri sera, sfogliando "Il libro dei colori", abbiamo visto anche la figura di una mela verde, proprio come quella che avevamo da poco finito di mangiare a cena.
"Guarda", gli ho detto, "questa mela è uguale a quella che abbiamo mangiato stasera, sbucciata da papà".
Ma il piccolo lettore mi ha subito corretta: "No mamma, quetta mela no si può mangiare. Quetta è accattata al libro!"

Più tardi, quando stavo preparando il cucciolo per andare a nanna e lo aiutavo a mettere il pigiama, sono intervenuta mentre infilava un braccio nel buco in cui avrebbe dovuto far passare la testa.
"Amore, la manina va qui", gli ho suggerito. E di fronte al suo rifiuto ho insistito "Metti la manina qui, ti fidi della mamma?"
"No!" è stata la sua risposta tanto sintetica quanto chiara.
Basta saperlo...

Optional

Penso che la Natura abbia fatto un ottimo lavoro, dando alle mamme tutte le dotazioni necessarie per crescere dentro dì sè una nuova vita, poi per nutrirla e averne cura: abbiamo una pancia accogliente, latte pronto su richiesta, udito bionico per pianti e richiami, forza e resistenza da vendere.
Ma penso anche che, per affrontare tutto questo, qualche aiuto in più non guasterebbe. 
Come dal concessionario: una macchina, modello base, funziona perfettamente... ma con gli optional ha sicuramente qualcosa in più! Proprio come quando si compra un'automobile, vorrei poter scegliere questi accessori extra, optional per mamme. Utili, con garanzia di almeno 14 anni e naturalmente gratis!

- Optional Dea Kali: 4 braccia al prezzo di due, perchè due mani in più fanno sempre comodo. Per girare il risotto mentre si culla i pupo, per passare l'aspirapolvere mentre si completa un puzzle sul tappeto, per cambiare un pannolino mentre si apparecchia, per leggere un libro mentre ci si mette il mascara la mattina prima di uscire.
Scommetto che il "Dea Kali" andrebbe a ruba tra le mamme dei gemelli!!
- Optional Giobbe: pazienza illimitata, anche quando vorresti riposare e si presentano a casa i parenti per vedere il nuovo nato; anche quando tuo marito ti chiede per la centesima volta "dove sono i pigiamini?"; anche quando tua mamma ti chiede per la duecentesima volta "perchè non ti fai dare il part time?"; anche quando per l'ottava volta nello stesso giorno tuo figlio si dimentica di dire "mi cappa", e invece che fiondarsi in bagno fa la pipì sul divano; anche quando la suocera ti invita a cena e il menù prevede piatti che non mangeresti tu, figuriamoci il nano. Pazienza illimitata quando i capricci ti stremano, e l'influenza arriva puntualmente quando le nonne sono in vacanza e la baby sitter ha l'esame all'università.
- Optional Usain Bolt: perchè quando da bebè si trasformano in piccoli esploratori, la velocità di reazione è fondamentale: per spostare quel soprammobile a cui non avresti mai pensato che arrivasse, per fermarlo da una corsa verso lo spigolo, per far sparire oggetti contundenti distrattamente lasciati a portata di mano. Per non parlare di quando ci sono nei dintorni fontane o laghetti...
- Optional Gualtiero Marchesi: per soddisfare anche i baby-palati più difficili senza che alla mamma venga l'esaurimento nervoso a furia di vedere la pappa preparata con amore spalmata sui muri di casa invece che nella pancia del pargolo.
- Optional Estivill: perchè il libro "Fate la nanna" indubbiamente funziona, ma riuscire ad applicare il famoso metodo e mettere a letto il proprio figlio senza sentirsi la strega di Biancaneve non sarebbe male.
- Optional Giratempo: un'invenzione di J.K Rowling, non a caso una "mamma" (di Harry Potter!), un congegno che somiglia a una piccola clessidra capace di far tornare indietro nel tempo chi lo possiede, per recuperare tante ore quante sono i giri che si danno. Indispensabile soprattutto per le mamme che lavorano a tempo pieno e che non sanno come incastrare tutti gli impegni, trovando anche lo spazio per sè.

Mamma, hai fatto boom!

Mattinata di pioggia, Salone Nautico, traffico e consueto ritardo. 
Carico Simone in macchina e prego di arrivare in ufficio a un'ora decente.
Nella strada che conduce all'asilo, a doppio senso con auto parcheggiate su entrambi i lati, alcuni furbi parcheggiano in doppia fila uno di fronte all'altro.
Non posso aspettare che qualcuno si degni di spostarsi, e mi infilo cautamente tra un camion messo di sbieco e un auto mollata sul lato opposto con le quattro frecce, ovviamente senza traccia del conducente.
Ci passo, mi dico, e ne sono convinta finchè non sento un rumore che è una pugnalata...
Simone strabuzza gli occhi ed esclama: "Mamma, hai fatto boom!!".
Ecco, la mia flebile speranza di omettere l'accaduto e cadere dalle nuvole al momento della scoperta da parte di mio marito è svanita ancora prima di prendere forma.
"Sì amore, la mamma ha scontrato il camion con la macchina".
E, paladino della sua mamma, il mio cucciolo mi propone: "Andiamo a picchiare il camone?"
"Grazie tesoro, ma non c'è tempo..."
Ed è più probabile che papà voglia picchiare la mamma...!  
Ma questa osservazione la tengo per me.

"I maschi fischiano"

L'argomento che tutte le mamme si trovano ad affrontare, prima o dopo, a me tocca un sabato mattina, mentre aspetto accanto a mio figlio che faccia nel gabinetto quel che deve. Guardandosi in mezzo alle gambe mi chiede: "Mamma, io Ho il pisellino?". QUESTA LA SO! "Certo amore". "Come papà?" "Sì, amore, come papà". E fin qui, me la sto cavando alla grande. "E tu, mamma, hai il pisellino?" "No amore, solo i maschietti lo hanno, e la mamma è una femminuccia". Il nano sembra apprezzare la mia spiegazione, e conferma "Sì, tu sei una 'minuccia!". Poi, dopo una breve riflessione, conclude: "I maschi fischiano, le femmine hanno le mutande rosa". Non ho capito se i fischi dei maschi siano collegati alle mutande rosa delle femmine... e ho evitato di dare ulteriori spiegazioni!

Medicina naturale

Una delle frasi più tenere e buffe che mio figlio mi dice in questo periodo, quando capita che si faccia male, è: "Mamma mi sono fatto la bua! Io piangio, mi dai un bacino?".
E, una volta ricevuto il bacio guaritore, mi rassicura: "Adesso rido" (la logica dei bambini è straordinaria).

Ieri sera ho pensato bene di immolare un polpastrello su una padella rovente. Dopo aver stoicamente ingoiato imprecazioni e lacrime, ho messo del ghiaccio sul dito per alleviare il dolore... suscitando la divertita curiosità del nano, per il dito ma soprattutto per il gelato. 
Ha voluto tenerlo, ridendo al contatto con il freddo, e mi ha chiesto: "Mamma, se do una zucca posso mettere il gelato in testa?" è stata la sua prima richiesta.
Gli ho assicurato che potrà, sapendo che poi si rifiuterà di tenerlo e sperando di non dover mantenere a breve la promessa.
Trascorso un po' di tempo, e vedendomi ancora dolorante, deve però aver iniziato a dubitare della reale utilità di quel rimedio, perchè ha esclamato: "Mamma, togli il gelato che non serve, ti do io un bacino sulla bua!".

In partenza

Di corsa come al solito, con il rischio di non arrivare in tempo alla Stazione perché non ho saputo rinunciare a fare colazione col nano, quando siamo finalmente vestiti gli dico: "Ciao Amore, la mamma deve andare". Mi chiede "Dove vai mamma?" come tutte le mattine, e alla mia risposta "vado a prendere il treno" replica: "poi me lo porti?"

"Non me la racconti"

Mio figlio, quasi due anni e mezzo, non si è ancora convertito al latte "vero". 
Convinta dalle valide motivazioni fornite dala pediatra, e detestando personalmente l'odore del latte caldo, siamo ancora dipendenti dal latte in polvere, di cui generalmente ho sempre una piccola scorta in casa.
Ieri sera, alle 19.29, mi accorgo che nell'unico barattolo disponibile in casa è rimasto quanto basta per 3 misurini di latte, invece dei consueti 9. PANICO.
Spedisco mio marito nella farmacia vicino a casa: niente. Me lo aspettavo, in genere ce lo ordinano. 
Dopo un giro di telefonate a tutte la farmacie di turno, mi arrendo all'evidenza: niente latte.

Questa mattina, alla consueta richiesta "voio bibe", preparo con latte della centrale e biscotto la colazione per il cucciolo. Con un po' di apprensione, gli metto davanti il biberon. Lo beve senza problemi... quasi tutto. Arrivato a circa 3/4 del contenuto, scoppia a piangere: "No voio quetto bibe, voio l'altro"!
Puntando sul suo animo dispettoso, gli dico sorridendo che questo latte lo abbiamo rubato al papà, ma non serve, anzi mi rimprovera "tu no rubi!".
Allora provo a giustificarmi spiegandogli il perchè di un latte diverso questa mattina. 
Ma la risposta, che mi lascia senza replica, è "Mamma... no me la conti!".

Jet lag

Ci sono mattine in cui, quando arrivo in ufficio alle 9.00, mi sento già stravolta. 
Come se non ci fossi arrivata da casa dopo soli 15 minuti di tragitto in motorino, ma fossi sbarcata da un volo proveniente da Sidney con relativo fuso orario.
In realtà, il mio jet-lag non è altro che il risultato di un inizio di giornata più concitato del solito. 
Dopo aver inseguito il nano per mettergli i pantaloni, col risultato di uno show acrobatico in cui cerco di infilare le sue gambe nelle aperture giuste, mentre lui salta e rimbalza sul lettone, è il momento dell'aerosol. 
Non c'è miglior alleato di un cartone animato per tenerlo buono ma, sfortuna vuole, quello che trasmette Cartoonito, "no piace". Così, invece di lasciarlo, come speravo, da solo con l'aerosol e la tv (comportamento che mi costerebbe almeno 20 frustate dal team di SOS Tata), mi siedo con lui sul divano e gli racconto una storia mentre l'aerosol allontana la paura di un nuovo attacco d'asma.
A 10 minuti dall'ora in cui dovrei uscire di casa, sono ancora in camicia da notte e con dei capelli che solo Edward-Mani-di-Forbice pottebbe sistemare in tempo utile.
Corro a fare il letto e a vestirmi, ma arriva il segnale di una nuova emergenza, o di una minaccia: "Mamma mamma ...la faccio, la faccio". 
Mi precipito a prendere il vasino pregandolo "Resisti!", ma non arrivo in tempo, e qualcosa non è stato trattenuto.
Mentre lo cambio, penso però ai progressi fatti: ora, almeno, mi avverte, anche se all'ultimo minuto.
Lo consegno cambiato e pulito e finalmente esco di casa: strada completamente bloccata, come spesso succede in questa città quando piove (anche se ha smesso di piovere). 
Per fortuna in motorino, con i Queen nelle orecchie (Don't stop me now!) e nonostante l'asfalto bagnato, riesco a evitare in parte il traffico.
Timbro il cartellino con 6 minuti di ritardo.... colpa del traffico aereo tra Sidney e l'ufficio!

Viva la sincerità dei bambini!

Sabato mattina, tempo nuvoloso che non invoglia a giocare all'aperto: decido di andare al supermercato con Simone, che si diverte a "guidare" il carrello.
Adora fermarsi davanti al banco del pesce, chiedermi i nomi dei vari esemplari (per fortuna posso leggerli dai cartellini!) e ammirare astici e granchi nuotare nella vasca. Per fortuna si è rassegnato al fatto che non può prenderli personalmente e portarli a casa vivi!
In attesa del nostro turno, i guanti della commessa attirano la sua attenzione e sbalordito esclama: "Mamma, la signora ha le mani blu!", suscitando l'ilarità generale.
Dopo il pesce, tocca ai biscotti, e mentre cerchiamo "quelli con le stelline", incontriamo due Suore che si fermano a salutare Simone. Il quale domanda loro: "dove andate, Sorelle Pic?!".
Cercando di mantenere un colore normale sulle guance e di non scoppiare a ridere, spiego che si riferisce alle suore che facevano le punture (pic, appunto) a domicilio alla nonna. E me la cavo ...più o meno.
Ma il meglio, il gran finale, arriva quando siamo in coda alla cassa.
Una signora dietro di noi gli si avvicina chiedendogli "come ti chiami?".
Simone la guarda perplesso senza rispondere: sta osservando il suo viso pallido, le rughe, i capelli neri e gli occhi truccati di scuro. Più simile, in effetti, alla strega di Biancaneve che alla fata Smemorina.
La signora gli si avvicina sempre più, ripetendo la domanda, e quando i loro volti sono a pochi centimetri, mio figlio si toglie il ciuccio per intimarle: "No mi vieni vicino, pecchè tu sei brutta".

Cambiamenti

Mi rendo conto di quanto sia cambiata la mia vita da quando sono mamma quando sento qualcuno che...
...parla di locali di cui non ho mai nemmeno sentito il nome, perchè la mia vita mondana, se mai è esistita, si è estinta più velocemente delle tigri siberiane;
...parla di trasmissioni televisive che tutti seguono, ma che coincidono con l'orario del cartoni animati e di cui quindi ignoro l'esistenza (e - anche volendo - non riuscirei a vederle!);
...parla dell'ultimo gossip, ma io invece che Novella 2000 leggo le favole dei fratelli Grimm;
...organizza viaggi o week end "in due" all'ultimo minuto, senza dover chiedere aiuto a tate/nonne/zie compiacenti, senza dover pianificare a chi/quando lasciare il pupo, senza il benchè minimo senza di colpa;
...il sabato e la domenica può dormire fino a mezzogiorno, orario che per me segna già quasi la metà della giornata, senza che una piccola sveglia umana che ignora le festività chiami puntualmente all'alba;
...non ha bisogno della macchina e basta la vespa;
...non ha bisogno di impietosire il marito (o nonna/tata/zia compiacente) per organizzare una serata tra amiche;
...non devono sempre stare attente a quello che dicono o fanno davanti a un piccolo emulatore;
...non devono trovare risposte sensate a perchè di cui è difficile capire il senso;

Ma quando penso che...
...trovo un cucciolo festante a ogni ritorno a casa, che mi corre incontro per abbracciarmi,
...le trasmissioni più belle in effetti sono i cartoni di Walt Disney;
...i viaggi migliori sono quelli fatti, o che abbiamo in programma di fare, in tre;
...svegliarmi presto significa avere una giornata più lunga da trascorrere con le persone che amo;
...le amiche, se sono tali, capiscono i problemi organizzativi e mi vengono incontro;
...è un onere ma anche un onore essere l'esempio di un piccolo uomo che cresce;
...rispondere ai suoi perchè stimola la creatività
ecco, allora penso che non ci sia niente di meglio!

Libera uscita

Penso (ma non so se mio marito condivida!) di essere una moglie molto democratica relativamente alle uscite serali per calcio + pizza e birra. Tradotto, non mi lamento se mi capita di restare sola due o tre sere alla settimana, ponendo il veto assoluto soltanto per il mio compleanno e poche altre ricorrenze.
Noi mamme, in fondo, siamo programmate per gestire in totale autonomia i nostri pargoli e dotate dell'optional "multitasking" per cui riusciamo, da sole, a fare il bagnetto al pupo mentre prepariamo il passato di verdure mentre passiamo l'aspirapolvere mentre ci diamo lo smalto sulle unghie (e sulle più disparate zone del corpo, per quanto mi riguarda, data la mia incapacità in tema di manicure fai-da-te).
Ma se sono io a uscire, la musica cambia. Nonostante la grande disponibilità di mio marito, che è davvero un ottimo papà, mi rendo subito conto che la parità dei sessi è ancora utopia!
Fin dalla fase "preparativi", ovvero quel quarto d'ora in cui dovrei concentrare doccia, piega con phon e piastra, trucco e cambio abito, i miei tentativi di sembrare una ragazza in libera uscita invece che una mamma stravolta si infrangono miseramente contro una raffica di domande (e non posso nemmeno chiedere l'aiuto del pubblico!): cosa c'è da mangiare? dov'è il bavaglino? da un lato e mi metti un cattone? mi plendi che io cappo? voio ciuccio! dall'altra.
Nemmeno Elastigirl, la mamma degli Incredibili, potrebbe farcela!
Ma è nel momento in cui sto per varcare la soglia che l'attacco congiunto entra nella fase acuta: con un figlio-koala attaccato alle gambe che chiede dove vai mamma? Anche io voio mangiare la pizza con le tue amiche! e un marito con sguardo da vittima che chiede a che ora torni? è quasi impossibile non sentire l’eco lontana del senso di colpa.

E quando torno, il resoconto della serata è un bollettino di guerra! Pipì addosso con cambi e lavaggio del pavimento, insormontabile resistenza per fare la nanna... e sguardo accusatorio che sottintende "mi hai lasciato solo ad affrontare tutto questo!"
Il risvolto positivo è che, dopo 1 minuto dal mio rientro a casa, il senso di colpa per aver mangiato, dopo la pizza, una fetta di torta al cioccolato con pallina di gelato alla vaniglia, impallidisce fino a scomparire di fronte al pensiero di aver abbandonato al proprio destino, per ben 3 ore, un marito e un figlio!



Autogrill



Lo ammetto, sono una mamma un po' ansiosa, e quando viaggiamo devo sempre essere sicura che gli orari e le abitudini di mio figlio non vengano eccessivamente stravolti. 
Non per questo rinuncio, sia chiaro, ma devo essere super organizzata, pianificare controllando orari e distanze, e avere a disposizione tutto il necessario per risolvere crisi di sonno/fame/noia (per la cronaca: no, non partiamo per l’Amazzonia nè per il deserto… ma semplicemente per la Valtellina, 5 ore di auto al massimo).
Verso l’ora di pranzo, la scelta non può che cadere su un'area di sosta con un self-service che garantisca ampia scelta, perchè i semplici panini potrebbero non essere una soluzione valida a placare la mia ansia da prestazione (quando si ha avuto a che fare con un piccolo inappetente che per un paio di mesi ha deciso di scioperare senza prendere un grammo di peso, il momento del pasto diventa rilassato come una finale di Champions League). 
Così, davanti all'esposizione di svariati e colorati antipasti, primi, secondi e quant'altro, provo a chiedere al diretto interessato cosa lo attiri di più.
La risposta decisa è “pesce”! 
Ottimo, vedo tre o quattro tipi di pesce a disposizione. 
Nel dubbio, mi faccio fare un piatto con un assaggio di tutti. E, sempre nel dubbio, prendo anche la pasta al ragù, gli gnocchetti verdi burro e formaggio e il risotto mantecato con un po’ di rucola. Spendo l’equivalente di una cena per due in un ristorante di lusso…
Il piccolo gourmet, al primo assaggio di pesce, decreta: “no piace quetto”. 
Ovvio, non si tratta della sogliolina bollita o dell’orata al forno che mangia a casa, ma di salmone, nasello e triglia quasi gelidi coperto di aromi forse allo scopo di nasconderne il vero sapore.
Dopo qualche tentativo, non riuscendo a convincerlo, rinuncio e decido di mangiarlo io. Non posso dargli torto...
Provo con la pasta: il risultato è praticamente identico, e il piatto tocca a mio marito.
Dopo due cucchiaini di risotto e tre di gnocchi (almeno qualcosa ha mangiato, è il mio pensiero autoconsolatorio) scopre le bustine di grissini. All’annuncio “Io voio ghissini!” ne fa fuori 3 pacchettini con l’entusiasmo che ho avuto io al primo assaggio di Nutella. 
Con il vasetto di frutta che avevo in borsa, il pranzo è risolto.
Io e mio marito, per fare onore al conto stratosferico, finiamo gli avanzi ormai freddi…

Domenica

Si può essere al settimo cielo senza alcun motivo eclatante? Ogni tanto mi capita. Come questa domenica mattina.
Datemi un cielo terso, di un azzurro pulito e senza nuvole, un sole tiepido di fine estate, e nessun impegno se non portare il mio pulcino ai giardinetti e dedicargli tutto il mio tempo.
Fatemi giocare a palla, a prenderci, fatemi guardare un piccolo cucciolo d'uomo entusiasta per uno scivolo, un rametto caduto, un aereo che passa.
Per una volta riesco a chiudere fuori dalla mia testa tutti gli altri pensieri e le preoccupazioni, e annusando l'aria mi accorgo che la felicità ha il profumo della leggera tramontana di fine estate, della resina dei pini marittimi e della pelle morbida del mio bambino.

Giustificazioni...

Quando vedo le pubblicità in cui famiglie placidamente sedute a tavola a fare colazione scherzano e chiacchierano del più e del meno senza mai dare uno sguardo all'orologio, mi chiedo: ma a che ora si solo alzati? Alle 5.00? E come fanno a essere così sorridenti e calmi? Perchè sono così ben organizzati?!
La mattina io cerco di sfruttare fino all'ultimo minuto di sonno, spesso per recuperare quelli persi la sera prima per stendere il bucato o fare la doccia in notturna, o quelli persi alle 2.00 o alle 5.00 per consolare il nanetto dagli incubi o aiutarlo nella caccia al tesoro/ciuccio.
Non uso più la sveglia tradizionale, aspetto che parta la sirena dell'allarme antiaereo stile Seconda Guerra Mondiale, in un crescendo di Mamma, Mammaa, Mammaaa...! Con orario ovviamente variabile.
Tra un imprevisto e l'altro, arrivare in ufficio puntuale non è sempre semplice, e così scattano scuse vaghe come il traffico, problemi al motorino, chiavi/cellulare/non-si-sa-cosa dimenticati... 
Meglio far credere di avere un principio di alzheimer che confessare, per esempio:
- sono arrivata in ritardo perchè mio figlio ha avuto la brillante idea di provare a fare la pipì in piedi come il suo papà, ma essendo alto meno di un metro, ha allagato il pavimento del bagno invece che centrare l'obiettivo;
- sono arrivata in ritardo perchè, mentre con una mano mi mettevo il mascara e con l'altra mi lavavo i denti, mio figlio si è spiaccicato un biscotto al cioccolato sulla maglietta pulita e ho dovuto cambiarlo;
- sono arrivata in ritardo perchè ho inavvertitamente lasciato a portata di mano un po' di plastilina rossa, e quando ho finito di vestirmi mi sono accorta che era stata spalmata sul divano e sui cuscini, e ci ho messo 20 minuti a toglierla dalle scarpe del nanetto, tra un pallino e l'altro delle suole;
- sono arrivata in ritardo perchè, quando mio figlio mi ha detto "io sono un leone e ti inseguo, tu cappi", non me la sono sentita di dire di no e mi sono messa a correre mentre il nano ruggiva
- sono arrivata in ritardo perchè, di fronte a una crisi di pianto "no voio andare all'asilo", non ce l'ho fatta a chiudermi la porta alle spalle senza dargli almeno un abbraccio.

Buona memoria

Noi genitori dovremmo stare molto attenti a quello che raccomandiamo o rimproveriamo ai nostri figli, e ricordare che tutto quello che diciamo potra' essere usato contro di noi! 
Loro incamerano, memorizzano e tirano fuori la frase che non ti aspetti al momento giusto.
A me, per esempio, piace stare scalza quando sono in casa.
In particolare d'estate, mi libero delle scarpe appena rientrata e cammino a piedi nudi.
Ma, memore dei miei moniti - "non camminare scalzo che ti viene il raffreddore" con annesso inseguimento per mettere le calze ducciole (antisdrucciolo) - il piccolo censore mi rimprovera appena mi vede.
"Mamma! Non si sta a piedi nudi!" dice indignato, portandomi le scarpe che ho appena scalciato via.