Viva la sincerità dei bambini!

Sabato mattina, tempo nuvoloso che non invoglia a giocare all'aperto: decido di andare al supermercato con Simone, che si diverte a "guidare" il carrello.
Adora fermarsi davanti al banco del pesce, chiedermi i nomi dei vari esemplari (per fortuna posso leggerli dai cartellini!) e ammirare astici e granchi nuotare nella vasca. Per fortuna si è rassegnato al fatto che non può prenderli personalmente e portarli a casa vivi!
In attesa del nostro turno, i guanti della commessa attirano la sua attenzione e sbalordito esclama: "Mamma, la signora ha le mani blu!", suscitando l'ilarità generale.
Dopo il pesce, tocca ai biscotti, e mentre cerchiamo "quelli con le stelline", incontriamo due Suore che si fermano a salutare Simone. Il quale domanda loro: "dove andate, Sorelle Pic?!".
Cercando di mantenere un colore normale sulle guance e di non scoppiare a ridere, spiego che si riferisce alle suore che facevano le punture (pic, appunto) a domicilio alla nonna. E me la cavo ...più o meno.
Ma il meglio, il gran finale, arriva quando siamo in coda alla cassa.
Una signora dietro di noi gli si avvicina chiedendogli "come ti chiami?".
Simone la guarda perplesso senza rispondere: sta osservando il suo viso pallido, le rughe, i capelli neri e gli occhi truccati di scuro. Più simile, in effetti, alla strega di Biancaneve che alla fata Smemorina.
La signora gli si avvicina sempre più, ripetendo la domanda, e quando i loro volti sono a pochi centimetri, mio figlio si toglie il ciuccio per intimarle: "No mi vieni vicino, pecchè tu sei brutta".

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