Di corsa come al solito, con il rischio di non arrivare in tempo alla Stazione perché non ho saputo rinunciare a fare colazione col nano, quando siamo finalmente vestiti gli dico: "Ciao Amore, la mamma deve andare".
Mi chiede "Dove vai mamma?" come tutte le mattine, e alla mia risposta "vado a prendere il treno" replica: "poi me lo porti?"
"Non me la racconti"
Mio figlio, quasi due anni e mezzo, non si è ancora convertito al latte "vero".
Convinta dalle valide motivazioni fornite dala pediatra, e detestando personalmente l'odore del latte caldo, siamo ancora dipendenti dal latte in polvere, di cui generalmente ho sempre una piccola scorta in casa.
Ieri sera, alle 19.29, mi accorgo che nell'unico barattolo disponibile in casa è rimasto quanto basta per 3 misurini di latte, invece dei consueti 9. PANICO.
Spedisco mio marito nella farmacia vicino a casa: niente. Me lo aspettavo, in genere ce lo ordinano.
Dopo un giro di telefonate a tutte la farmacie di turno, mi arrendo all'evidenza: niente latte.
Questa mattina, alla consueta richiesta "voio bibe", preparo con latte della centrale e biscotto la colazione per il cucciolo. Con un po' di apprensione, gli metto davanti il biberon. Lo beve senza problemi... quasi tutto. Arrivato a circa 3/4 del contenuto, scoppia a piangere: "No voio quetto bibe, voio l'altro"!
Puntando sul suo animo dispettoso, gli dico sorridendo che questo latte lo abbiamo rubato al papà, ma non serve, anzi mi rimprovera "tu no rubi!".
Allora provo a giustificarmi spiegandogli il perchè di un latte diverso questa mattina.
Ma la risposta, che mi lascia senza replica, è "Mamma... no me la conti!".
Jet lag
Ci sono mattine in cui, quando arrivo in ufficio alle 9.00, mi sento già stravolta.
Come se non ci fossi arrivata da casa dopo soli 15 minuti di tragitto in motorino, ma fossi sbarcata da un volo proveniente da Sidney con relativo fuso orario.
In realtà, il mio jet-lag non è altro che il risultato di un inizio di giornata più concitato del solito.
Dopo aver inseguito il nano per mettergli i pantaloni, col risultato di uno show acrobatico in cui cerco di infilare le sue gambe nelle aperture giuste, mentre lui salta e rimbalza sul lettone, è il momento dell'aerosol.
Non c'è miglior alleato di un cartone animato per tenerlo buono ma, sfortuna vuole, quello che trasmette Cartoonito, "no piace". Così, invece di lasciarlo, come speravo, da solo con l'aerosol e la tv (comportamento che mi costerebbe almeno 20 frustate dal team di SOS Tata), mi siedo con lui sul divano e gli racconto una storia mentre l'aerosol allontana la paura di un nuovo attacco d'asma.
A 10 minuti dall'ora in cui dovrei uscire di casa, sono ancora in camicia da notte e con dei capelli che solo Edward-Mani-di-Forbice pottebbe sistemare in tempo utile.
Corro a fare il letto e a vestirmi, ma arriva il segnale di una nuova emergenza, o di una minaccia: "Mamma mamma ...la faccio, la faccio".
Mi precipito a prendere il vasino pregandolo "Resisti!", ma non arrivo in tempo, e qualcosa non è stato trattenuto.
Mentre lo cambio, penso però ai progressi fatti: ora, almeno, mi avverte, anche se all'ultimo minuto.
Lo consegno cambiato e pulito e finalmente esco di casa: strada completamente bloccata, come spesso succede in questa città quando piove (anche se ha smesso di piovere).
Per fortuna in motorino, con i Queen nelle orecchie (Don't stop me now!) e nonostante l'asfalto bagnato, riesco a evitare in parte il traffico.
Timbro il cartellino con 6 minuti di ritardo.... colpa del traffico aereo tra Sidney e l'ufficio!
Viva la sincerità dei bambini!
Sabato mattina, tempo nuvoloso che non invoglia a giocare all'aperto: decido di andare al supermercato con Simone, che si diverte a "guidare" il carrello.
Adora fermarsi davanti al banco del pesce, chiedermi i nomi dei vari esemplari (per fortuna posso leggerli dai cartellini!) e ammirare astici e granchi nuotare nella vasca. Per fortuna si è rassegnato al fatto che non può prenderli personalmente e portarli a casa vivi!
In attesa del nostro turno, i guanti della commessa attirano la sua attenzione e sbalordito esclama: "Mamma, la signora ha le mani blu!", suscitando l'ilarità generale.
Dopo il pesce, tocca ai biscotti, e mentre cerchiamo "quelli con le stelline", incontriamo due Suore che si fermano a salutare Simone. Il quale domanda loro: "dove andate, Sorelle Pic?!".
Cercando di mantenere un colore normale sulle guance e di non scoppiare a ridere, spiego che si riferisce alle suore che facevano le punture (pic, appunto) a domicilio alla nonna. E me la cavo ...più o meno.
Ma il meglio, il gran finale, arriva quando siamo in coda alla cassa.
Una signora dietro di noi gli si avvicina chiedendogli "come ti chiami?".
Simone la guarda perplesso senza rispondere: sta osservando il suo viso pallido, le rughe, i capelli neri e gli occhi truccati di scuro. Più simile, in effetti, alla strega di Biancaneve che alla fata Smemorina.
La signora gli si avvicina sempre più, ripetendo la domanda, e quando i loro volti sono a pochi centimetri, mio figlio si toglie il ciuccio per intimarle: "No mi vieni vicino, pecchè tu sei brutta".
Cambiamenti
Mi rendo conto di quanto sia cambiata la mia vita da quando sono mamma quando sento qualcuno che...
...parla di locali di cui non ho mai nemmeno sentito il nome, perchè la mia vita mondana, se mai è esistita, si è estinta più velocemente delle tigri siberiane;
...parla di trasmissioni televisive che tutti seguono, ma che coincidono con l'orario del cartoni animati e di cui quindi ignoro l'esistenza (e - anche volendo - non riuscirei a vederle!);
...parla dell'ultimo gossip, ma io invece che Novella 2000 leggo le favole dei fratelli Grimm;
...organizza viaggi o week end "in due" all'ultimo minuto, senza dover chiedere aiuto a tate/nonne/zie compiacenti, senza dover pianificare a chi/quando lasciare il pupo, senza il benchè minimo senza di colpa;
...il sabato e la domenica può dormire fino a mezzogiorno, orario che per me segna già quasi la metà della giornata, senza che una piccola sveglia umana che ignora le festività chiami puntualmente all'alba;
...non ha bisogno della macchina e basta la vespa;
...non ha bisogno di impietosire il marito (o nonna/tata/zia compiacente) per organizzare una serata tra amiche;
...non devono sempre stare attente a quello che dicono o fanno davanti a un piccolo emulatore;
...non devono trovare risposte sensate a perchè di cui è difficile capire il senso;
Ma quando penso che...
...trovo un cucciolo festante a ogni ritorno a casa, che mi corre incontro per abbracciarmi,
...le trasmissioni più belle in effetti sono i cartoni di Walt Disney;
...i viaggi migliori sono quelli fatti, o che abbiamo in programma di fare, in tre;
...svegliarmi presto significa avere una giornata più lunga da trascorrere con le persone che amo;
...le amiche, se sono tali, capiscono i problemi organizzativi e mi vengono incontro;
...è un onere ma anche un onore essere l'esempio di un piccolo uomo che cresce;
...rispondere ai suoi perchè stimola la creatività
ecco, allora penso che non ci sia niente di meglio!
Libera uscita
Penso (ma non so se mio marito condivida!) di essere una moglie molto democratica relativamente alle uscite serali per calcio + pizza e birra. Tradotto, non mi lamento se mi capita di restare sola due o tre sere alla settimana, ponendo il veto assoluto soltanto per il mio compleanno e poche altre ricorrenze.
Noi mamme, in fondo, siamo programmate per gestire in totale autonomia i nostri pargoli e dotate dell'optional "multitasking" per cui riusciamo, da sole, a fare il bagnetto al pupo mentre prepariamo il passato di verdure mentre passiamo l'aspirapolvere mentre ci diamo lo smalto sulle unghie (e sulle più disparate zone del corpo, per quanto mi riguarda, data la mia incapacità in tema di manicure fai-da-te).
Ma se sono io a uscire, la musica cambia. Nonostante la grande disponibilità di mio marito, che è davvero un ottimo papà, mi rendo subito conto che la parità dei sessi è ancora utopia!
Fin dalla fase "preparativi", ovvero quel quarto d'ora in cui dovrei concentrare doccia, piega con phon e piastra, trucco e cambio abito, i miei tentativi di sembrare una ragazza in libera uscita invece che una mamma stravolta si infrangono miseramente contro una raffica di domande (e non posso nemmeno chiedere l'aiuto del pubblico!): cosa c'è da mangiare? dov'è il bavaglino? da un lato e mi metti un cattone? mi plendi che io cappo? voio ciuccio! dall'altra.
Nemmeno Elastigirl, la mamma degli Incredibili, potrebbe farcela!
Ma è nel momento in cui sto per varcare la soglia che l'attacco congiunto entra nella fase acuta: con un figlio-koala attaccato alle gambe che chiede dove vai mamma? Anche io voio mangiare la pizza con le tue amiche! e un marito con sguardo da vittima che chiede a che ora torni? è quasi impossibile non sentire l’eco lontana del senso di
colpa.
E quando torno, il resoconto della serata è un bollettino di guerra! Pipì addosso con cambi e lavaggio del pavimento, insormontabile resistenza per fare la nanna... e sguardo accusatorio che sottintende "mi hai lasciato solo ad affrontare tutto questo!"
Il risvolto positivo è che, dopo 1 minuto dal mio rientro a casa, il senso di colpa per aver mangiato, dopo la pizza, una fetta di torta al cioccolato con pallina di gelato alla vaniglia, impallidisce fino a scomparire di fronte al pensiero di aver abbandonato al proprio destino, per ben 3 ore, un marito e un figlio!
Autogrill
Lo ammetto, sono una mamma un po' ansiosa, e quando viaggiamo devo sempre essere sicura che gli orari e le abitudini di mio figlio non vengano eccessivamente stravolti.
Non per questo rinuncio, sia chiaro, ma devo
essere super organizzata, pianificare controllando orari e distanze, e avere a disposizione
tutto il necessario per risolvere crisi di sonno/fame/noia (per la cronaca: no,
non partiamo per l’Amazzonia nè per il deserto… ma semplicemente per la Valtellina, 5 ore di auto al massimo).
Verso l’ora di pranzo, la scelta non può che cadere su un'area
di sosta con un self-service che garantisca ampia scelta, perchè i semplici panini potrebbero non essere una soluzione valida a placare la mia ansia da prestazione (quando si ha avuto a che fare con un piccolo inappetente
che per un paio di mesi ha deciso di scioperare senza prendere un grammo di
peso, il momento del pasto diventa rilassato come una finale di Champions
League).
Così, davanti all'esposizione di svariati e colorati antipasti, primi, secondi e quant'altro, provo a chiedere al diretto interessato cosa lo attiri di più.
La risposta decisa è “pesce”!
Ottimo,
vedo tre o quattro tipi di pesce a disposizione.
Nel dubbio, mi faccio fare un
piatto con un assaggio di tutti. E, sempre nel dubbio, prendo anche la pasta al
ragù, gli gnocchetti verdi burro e formaggio e il risotto mantecato con un po’
di rucola. Spendo l’equivalente di una cena per due in un ristorante di lusso…
Il piccolo gourmet, al primo assaggio di pesce, decreta: “no
piace quetto”.
Ovvio, non si tratta della sogliolina bollita o dell’orata al
forno che mangia a casa, ma di salmone, nasello e triglia quasi gelidi coperto di aromi forse allo scopo di nasconderne il vero sapore.
Dopo qualche tentativo, non riuscendo a convincerlo,
rinuncio e decido di mangiarlo io. Non posso dargli torto...
Provo con la pasta: il risultato è praticamente
identico, e il piatto tocca a mio marito.
Dopo due cucchiaini di risotto e tre di gnocchi (almeno qualcosa ha
mangiato, è il mio pensiero autoconsolatorio) scopre le bustine di grissini. All’annuncio “Io
voio ghissini!” ne fa fuori 3 pacchettini con l’entusiasmo che ho avuto io al
primo assaggio di Nutella.
Con il vasetto di frutta che avevo in borsa, il
pranzo è risolto.
Io e mio marito, per fare onore al conto stratosferico,
finiamo gli avanzi ormai freddi…
Domenica
Si può essere al settimo cielo senza alcun motivo eclatante? Ogni tanto mi capita. Come questa domenica mattina.
Datemi un cielo terso, di un azzurro pulito e senza nuvole, un sole tiepido di fine estate, e nessun impegno se non portare il mio pulcino ai giardinetti e dedicargli tutto il mio tempo.
Fatemi giocare a palla, a prenderci, fatemi guardare un piccolo cucciolo d'uomo entusiasta per uno scivolo, un rametto caduto, un aereo che passa.
Per una volta riesco a chiudere fuori dalla mia testa tutti gli altri pensieri e le preoccupazioni, e annusando l'aria mi accorgo che la felicità ha il profumo della leggera tramontana di fine estate, della resina dei pini marittimi e della pelle morbida del mio bambino.
Giustificazioni...
Quando vedo le pubblicità in cui famiglie placidamente sedute a tavola a fare colazione scherzano e chiacchierano del più e del meno senza mai dare uno sguardo all'orologio, mi chiedo: ma a che ora si solo alzati? Alle 5.00? E come fanno a essere così sorridenti e calmi? Perchè sono così ben organizzati?!
La mattina io cerco di sfruttare fino all'ultimo minuto di sonno, spesso per recuperare quelli persi la sera prima per stendere il bucato o fare la doccia in notturna, o quelli persi alle 2.00 o alle 5.00 per consolare il nanetto dagli incubi o aiutarlo nella caccia al tesoro/ciuccio.
Non uso più la sveglia tradizionale, aspetto che parta la sirena dell'allarme antiaereo stile Seconda Guerra Mondiale, in un crescendo di Mamma, Mammaa, Mammaaa...! Con orario ovviamente variabile.
Tra un imprevisto e l'altro, arrivare in ufficio puntuale non è sempre semplice, e così scattano scuse vaghe come il traffico, problemi al motorino, chiavi/cellulare/non-si-sa-cosa dimenticati...
Meglio far credere di avere un principio di alzheimer che confessare, per esempio:
- sono arrivata in ritardo perchè mio figlio ha avuto la brillante idea di provare a fare la pipì in piedi come il suo papà, ma essendo alto meno di un metro, ha allagato il pavimento del bagno invece che centrare l'obiettivo;
- sono arrivata in ritardo perchè, mentre con una mano mi mettevo il mascara e con l'altra mi lavavo i denti, mio figlio si è spiaccicato un biscotto al cioccolato sulla maglietta pulita e ho dovuto cambiarlo;
- sono arrivata in ritardo perchè ho inavvertitamente lasciato a portata di mano un po' di plastilina rossa, e quando ho finito di vestirmi mi sono accorta che era stata spalmata sul divano e sui cuscini, e ci ho messo 20 minuti a toglierla dalle scarpe del nanetto, tra un pallino e l'altro delle suole;
- sono arrivata in ritardo perchè, quando mio figlio mi ha detto "io sono un leone e ti inseguo, tu cappi", non me la sono sentita di dire di no e mi sono messa a correre mentre il nano ruggiva;
- sono arrivata in ritardo perchè, di fronte a una crisi di pianto "no voio andare all'asilo", non ce l'ho fatta a chiudermi la porta alle spalle senza dargli almeno un abbraccio.
Buona memoria
Noi genitori dovremmo stare molto attenti a quello che raccomandiamo o rimproveriamo ai nostri figli, e ricordare che tutto quello che diciamo potra' essere usato contro di noi!
Loro incamerano, memorizzano e tirano fuori la frase che non ti aspetti al momento giusto.
A me, per esempio, piace stare scalza quando sono in casa.
In particolare d'estate, mi libero delle scarpe appena rientrata e cammino a piedi nudi.
Ma, memore dei miei moniti - "non camminare scalzo che ti viene il raffreddore" con annesso inseguimento per mettere le calze ducciole (antisdrucciolo) - il piccolo censore mi rimprovera appena mi vede.
"Mamma! Non si sta a piedi nudi!" dice indignato, portandomi le scarpe che ho appena scalciato via.
After dinner
Ore 23.45: stendere il bucato.
Ore 00.05: svuotare la lavastoviglie (con annesso bagno di vapore).
Ore 00.15: preparare il biberon per domani mattina, 270 cc di acqua (mi porto avanti)
Ore 00.20: struccarsi e lavarsi i denti.
Ore 00.28: bacio della buonanotte (baci, più di uno) al mio fagottino addormentato, che con il pigiama intero è ancora più tenero. Smettere di coccolarlo prima che si svegli mugugnando.
Ore 00.31: andare a letto e leggere un po' di libro (evviva!).
Tra una pagina e l'altra mi viene in mente che ho dimenticato:
- di fare gli addominali, come al solito
- di fare gli esercizi per il pavimento pelvico, come al solito
- di mettere via le valigie che sono tra i piedi da due giorni
- di mettere la crema antirughe sul viso
- di mettere la crema "snellente pancia e fianchi"
E poi mi lamento se invecchio con la pancia molla... ma non ce la posso fare ad alzarmi.
Ho ancora quasi 7 ore per dormire, se l'ansia da intruso post ladro me lo consente, e domani è un altro giorno, magari da 36 ore!
Brava mamma!
Quasi pronti per uscire e andare ai giardinetti, dico a mio figlio: "Amore aspetta un attimo, faccio la pipì prima di uscire" nella speranza che il suo spirito di emulazione abbia il sopravvento e faccia altrettanto (non avendo il pannolino, ma non essendosi ancora abituato, vorrei evitare i soliti spogliarelli ai giardinetti).
Sorridendomi, va a recuperare il vasino e lo porta vicino a me. Orgogliosa per il mio tentativo riuscito, gli sbottono i pantaloni, ma mi ferma: "A me no cappa pipì! Tu fai pipì nel vasino!"
Commossa dalla sua premura, gli spiego che la mamma usa il gabinetto e, dopo essere andata in bagno senza alcuna privacy, mi becco anche i suoi complimenti: "brava mamma che hai fatto pipì nel gabinetto". Sono soddisfazioni!
Calma zen
In ufficio, squilla il telefono, riconosco il numero sul display: è mia mamma.
Oggi tiene lei Simone e, come sempre, mi telefona per farmi dire "Ciao Mamma" e raccontarmi cosa fanno. A quest'ora il cucciolo si sarà appena svegliato dal riposino pomeridiano.
Tiro su la cornetta sorridendo.
Io: Pronto?
Dall'atra parte, pianto disperato e singhiozzante del nanetto. Si sarà sbucciato un ginocchio cadendo?
Poi la pugnalata.
Mamma: Lo senti?
Io: Sì, cosa è successo?
Mamma: Si è svegliato così, piangendo disperato e chiamando "mamma".
Groppo in gola.
Io: Vuoi provare a passarmelo?
Nella cornetta sento solo un pianto singhiozzante di mamma, voio la mamma...
Mamma: Non vuole parlare al telefono.
Me ne sono accorta. Ma io, qui in ufficio, adesso, cosa posso fare? Soltanto farmi venire le lacrime agli occhi e un nodo allo stomaco. Ma la vera mazzata deve ancora arrivare.
Mamma: Piange perchè vuole la mamma, stai troppo poco con lui, gli manca la mamma....
Che volesse la mamma, lo avevo intuito da sola, grazie.
...non puoi lavorare tutto il giorno, chiedi almeno un part time, questo bambino ha bisogno di te...
TU-TU-TU-TU-TU riattacco il telefono, non ce la faccio a sentire per l'ennesima volta questo discorso. Non ce la faccio a litigare, dal telefono dell'ufficio, nel tentativo di spiegare che i tempi sono cambiati, che uno stipendio per una famiglia non è sufficiente, che ce ne vogliono (almeno!) due. Che essendo al momento "precaria" il part-time me lo posso scordare, e anche se mai dovessi ottenerlo, un part-stipendio non sarebbe comunque abbastanza. Che sarò matta... ma a me l'idea di dipendere economicamente da qualcuno, dopo 11 anni che lavoro, anche se questo qualcuno è mio marito, non piace proprio.
Vado in bagno a rinfrescarmi il viso, e conto i minuti che mi separano dal timbro di uscita.
Danza del ventre
La pancia é sempre stata il mio punto debole, anzi il mio cruccio.
Anche quando il mio fisico, pre-pargolo, era decisamente piú asciutto, non ho mai avuto la pancia piatta, come ad esempio la mia amica C. Lei, quando alla fine della lezione di "bike" facciamo gli addominali, ha lo sguardo rassegnato di chi sa che sta perdendo il suo tempo, perché davvero non ne ha bisogno.
Quando vedo modelle e semidee varie che, a un mese da parto, hanno un pancino piatto che io nemmeno quando avevo 10 anni, provo un istintivo moto di invidia.
Lo so che, volendo, potrei fare 100 addominali al giorno tutti i giorni (é lo stesso buon proposito di Capodanno almeno dal 1999) e stare a dieta.
Ma chi ha tempo di fare ginnastica? Ci ho provato, ma appena il nanetto mi vede supina per terra, mi salta sulla pancia contento, e il periodo di tempo da quando va a dormire fino al bucato di mezzanotte il passo é breve e la stanchezza é tanta.
La mattina é una costante corsa contro il tempo... non se ne parla.
Ho provato a fare gli addominali mentre gli racconto "I tre porcellini", sdraiata sul tappeto Ikea nel buio della sua cameretta, ma il Lupo Cattivo risulta un po' troppo ansimante!
E la dieta... chi ha voglia di rinunciare a gratificazioni come il cioccolato o il gelato?!
Poi, un'illuminazione, da uno sguardo di sfuggita a non so quale film in TV.
Ho capito!
Non devo guardare attrici e starlette, con il loro stuolo di massaggiatori e personal trainer (e tate, ovviamente: se no dove mettono i pupi mentre si rassodano?), ma le danzatrici del ventre!
Con quella pancetta prominente...é sufficiente qualche velo e una buona dose di eyeliner per essere comunque seducenti.
Il fatto che io non sappia ballare la danza del ventre, al momento, é un dettaglio trascurabile.
Morfeo
Le notti in cui il mio bimbo di poco più di due anni ha dormito ininterrottamente, senza nemmeno un risveglio, si contano sulle dita di una mano.
Ieri, verso le 2.00 del mattino, un ladro è entrato in casa, facilitato dai ponteggi, e mentre tutta la famiglia dormiva, si è dilettato a frugare nei cassetti e nella dispensa, mettendosi nelle tasche tutto ciò che riusciva.
Lo spavento, quando mio marito se n'è accorto e lo ha fatto scappare, è stato grande. Ma ancora più grande è stata la sensazione di sentirsi violati, insicuri in casa propria. Di sapere che questo ladruncolo avrebbe potuto entrare nella cameretta di Simone e portarselo via, o fargli del male.
Di sapere che avrei potuto incrociarlo in corridoio se mi fossi alzata e chissà quale sarebbe stata la reazione.
Grazie, Morfeo, per aver continuato a cullare il mio piccolo per tutta la notte, senza fargli sentire alcun rumore, per avergli impedito di ricordare l'intrusione di un delinquente e la visita della Polizia.
Grazie, Morfeo, per non averlo fatto piangere in cerca del ciuccio o per un brutto sogno.
Grazie, Morfeo, per aver fatto quello che avrei fatto io, quello che ogni mamma cerca sempre di fare per i propri cuccioli: impedirgli di vivere un brutto episodio.
Caccia al tesoro
Due piedi = due scarpe.
Su questo, almeno, non ci sono dubbi.
E allora perché c'e soltanto una ballerina?!
Avere una sola scarpa equivale ad averne zero... non posso mica uscire come Cenerentola!
L'ultima volta che le ho viste, tutte e due, erano ai piedi del nanetto, che camminava ridendo e dicendo "guadda mamma, ho le tue cappe!", una buffa e molto originale versione di Dorothy del Mago di Oz.
Ma lui, l'unico testimone oculare, è più omertoso di un boss della malavita. Non parla. E anche se lo facesse non sarebbe attendibile.
Inutile continuare a cercare. Salterà fuori quando meno me lo aspetto... come è successo per i dvd nel freezer o la saponetta tra le teglie e le pirofile!
Paura di volare
Dopodomani mattina devo prendere l'aereo.
Fatto poco interessante, se non fosse che lo prendo insieme a mio marito e senza figlio.
All'entusiasmo per la sorpresa organizzata in occasione dell'anniversario di matrimonio, un week end lungo a Londra, è subentrato il terrore di volare, di volare solo in due su tre.
Per me l'aereo è come la roulette russa o uno sport estremo... un vero mistero come un aggeggio così grosso e pesante possa stare in aria e volare!
Lo prendo comunque, perchè non rinuncio a viaggiare, ma non mi fido.
So che statisticamente è considerato un mezzo sicuro, so che potrei attraversare la strada ed essere investita da un ubriaco e che ci sono un miliardo di altre possibilità che mi succeda qualcosa, ma l'aereo... è più forte di me.
E poi penso che lo faccio per un mio capriccio e non per necessità!
Che è meglio smettere di pensare perchè non serve a niente.
Che devo godermi questa fuga romantica in una città in cui aspetto di tornare da 10 anni.
Che non sono solo una mamma, ma anche una moglie e ...una donna con poco tempo libero che merita di fare un week end da fidanzatina, da turista, di shopping (ovviamente regali per farmi perdonare dal cucciolo al mio ritorno)!
Che... il Signore me la mandi buona!!!
Il prezzo del senso di colpa
Quanto costa il senso di colpa di una mamma che lavora?
Il mio, oggi, esattamente € 21,95!
Col cuore spezzato per i pianti di questa mattina e le richieste strazianti, quali no voio andae all'asilo, voio andae ai giaddinetti fino a voio venie a lavoae con te, ho passato la pausa pranzo in libreria alla cerca di un capitalistico espediente per consolare il piccolo disperato e attenuare il mio rimorso.
Risultato della mia spedizione punitiva, un CD di favole da sentire in macchina nei viaggi "lunghi" e due libri "propedeutici" sul bello di andare all'asilo (penserà che lo prendo in giro?) e di usare il vasino (idem!).
Belli e colorati, con un protagonista simpatico, scritti da sapienti esperti in pedagogia, camufferanno perfettamente il mio senso di inadeguatezza e nasconderanno alla grande il messaggio subliminale "Amore, la tua mamma non si sente in grado di convincerti ad andare all'asilo e a fare la pipì nel vasino, vediamo se ci riescono questi autori"!
"Mamma, tu sei Wendy!"
Da inguaribile insicura quale sono, a volte mi capita di chiedermi cosa pensi di me mio figlio, e se sia contento di avermi come mamma (non che possa scegliere, tra l'altro!).
Ieri ho avuto la risposta al primo dubbio: "Mamma, tu sei Wendy" mi ha detto con occhi languidi (siamo in piena fase Walt Disney, e il beniamino del momento è Peter Pan).
Commossa, l'ho stretto forte, e ringraziandolo per il complimento mi sono sentita rassicurata. Significa che mi vede come una persona dolce e affettuosa, che lo accudisce con amore, gli racconta le favole e gli canta la ninna nanna! E giovane, pure, che per l'autostima non fa mai male.
Poi mi è sorto un dubbio... avrà mica voluto intendere che mi vede come una maestrina saccente che vaga in camicia da notte per isole che non ci sono?!
"La verità fa male a chi non vuole conoscerla"
Quando trovi quelle mamme che...
...il loro bambino ha sempre dormito e non sanno cosa sia una notte in bianco
...il loro bambino per addormentarsi non ha mai avuto bisogno di ciuccio, coccole o favola della buonanotte
...non sanno cosa sia un capriccio, perchè il loro bambino è obbediente come un soldatino
...il loro bambino ha imparato a dire grazie/prego/per favore senza che nessuno glielo insegnasse
...il loro bambino a 5 anni parla già 3 lingue (oltre all'italiano!) e ha visitato più musei di quanti ne abbia visti io a 32
...il loro bambino ha sempre mangiato tutto ciò che si trovava nel piatto, inclusi broccoli e lattuga scondita
...il loro bambino, di neanche 2 anni, in meno di 2 settimane, ha già imparato a stare senza pannolino
In questo momento, con i jeans impregnati di pipì santa del mio cucciolo, osservando una piccola pozza di pipì altrettanto santa sul pavimento, non so se pensare di essere troppo incapace... o troppo sincera!
Corsi
Oggi una persona mi ha detto:
I neonati sono come una bistecca, te la danno cruda e tu la cucini come vuoi.
E io ho perso tempo a frequentare il corso di preparazione al parto invece che un corso di cucina?!
Dubbio amletico
Fino a poco tempo fa, la vista di un pancione suscitava in me terrore e angoscia: in pochi secondi, proprio come il protagonista di un film prima di essere investito da un camion, rivivevo in un flash le corse in bagno coi conati, il mal di mare costante... per non parlare del parto e della depressione post, delle ansie di neomamma e della carenza di sonno ormai incolmabile. Mi dicevo: Ho un bambino che adoro, non potrei essere più felice di così, è la mia vita... ho già dato! Adesso invece, quando vedo un pancione o sento di qualche amica in attesa, mi commuovo e provo un lieve e affettuoso senso di nostalgia. Devo preoccuparmi?!
Lunedì
3 settembre 2012
H. 6.30
Nonostante le finestre chiuse, sento che piove. Porca
miseria!!! Oggi non può, non deve piovere: significa che avrò i minuti ancora
più contati del solito. Che non potrò fare gli 80 km/h per arrivare in tempo in
ufficio. Lo so, prima o poi un vigile mi fermerà con la paletta e mi toccherà
chiedergli di prendermi la targa e mandarmi la multa a casa ma di lasciarmi
andare che ho fretta, non voglio essere sempre l’ultima mamma ad arrivare
all’asilo, l’unico giorno che posso arrivarci.
Magari tra un’ora smette di piovere…
H. 7.30
Non ha smesso di piovere, anzi…
Primo giorno di asilo dopo la pausa estiva, prevedo
una tragedia greca, e le mie previsioni sono confermate entro mezz’ora. Dopo
avermi fatto i complimenti perché ho fatto la pipì nel gabinetto (ma non
dovrebbe essere il contrario?!) il nano mi fa la domanda più temuta: “oggi non
andiamo all’asilo vero?!”.
Ecco che inizia la crisi. LA MIA! Simone piange
perché non vuole andare all’asilo. Io mi sento come sempre in colpa perché sono
costretta a parcheggiarlo lì. Mi sento in colpa verso Simone perché devo
scappare e in colpa nei confronti dell’Ufficio perché so già che arriverà con
20 minuti di ritardo per consolare il nano.
H. 9.06
Fradicia e trafelata arrivo finalmente in ufficio. Ma
com’è possibile che, dopo aver speso € 80,00 di giacca e pantaloni antipioggia,
io abbia bagnate anche le mutande?!
Non resisto e mando un messaggio a mio marito a cui
ho rifilato l’ingrato compito di portare il nano al Nido (siamo usciti di casa
all’ora in cui avrei dovuto timbrare il cartellino…): com’è andata?
Spero in un laconico “BENE” ma squilla il telefono e
riconosco il suo numero. Presagisco il peggio, considerando che mio marito,
tranne in casi di urgenza, ignora gli sms.
“Chiama l’asilo e senti come va” è la sua risposta.
Perché? Cosa è successo?!
La maestra Paola mi rassicura: sta giocando sereno e
si è fatto la pipì addosso. Tutto nella norma quindi. Ma non posso fare a meno
di torturarmi al pensiero del nano disperato attaccato tipo cozza alla gamba
del papà.
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