Prove di sopravvivenza

Quanto tempo si può resistere al pianto di un neonato? E a quello di un bambino di tre anni e mezzo?
E quanto tempo si può resistere alle urla sincronizzate di un neonato in preda alle coliche e di un bambino in preda a cieca e feroce gelosia?
In assenza di lexotan, del minimo sindacale di sonno e pazienza, di tappi per le orecchie, e in mancanza di Tate Lucie, Mary Poppins o eventualmente Erode, posso contare solo su un ciuccio e sul mio nuovo mantra "prima o poi passa".

Sabato

"Mamma oggi dove vado?"
"Oggi stai con mamma e papà"
"Non vado all'asilo?"
"No amore, oggi l'asilo è chiuso"
"E non vado dalla nonna?"
"No pulce oggi no"
"È chiusa anche la nonna?"


Congedo

Ci siamo. Manca solo un giorno al congedo di maternità. Ormai stare tutto il giorno seduta alla scrivania è diventato scomodo con questa pancia di otto mesi.
Mi viene da ridere quando mi sento dire "così ora potrai riposare".
Per riposare davvero mi converrebbe quasi andare in ufficio fino al travaglio, piuttosto che traslocare. Imballare libri, piatti e bicchieri non è esattamente come fare yoga per gestanti. Per non parlare della difficoltà di fare gli scatoloni mentre il nano grande cerca di rubarmi lo scotch e le forbici.
Però penso che, se davvero avessi la possibilità di riposare per un mese, forse finirei per annoiarmi.
(Quanto mi piacerebbe provare ad annoiarmi)

Fratellino in arrivo

Mamma, perchè non chiedi al fratellino se ha già voglia di uscire?

***

Mamma, di chi è questa maglietta? E' troppo piccola per me!
Lo so, tesoro, è per il tuo fratellino
Ma non sta nudo dentro la pancia?

Posso ancora crescere...

Nano: "Mamma, chi è il più alto tra di noi?"
Io: "Il più alto è papà"
Nano: "E tu, mamma?"
Io: "Io sono più alta di te, ma più bassa di papà"
Nano: "Non ti preoccupare mamma, puoi ancora crescere!"

L'idraulico

Visita di controllo in Ortopedia. 
La dottoressa mi chiede di spogliare il nanetto e di metterlo sul lettino, e nel togliergli i pantaloni mi accorgo di una piccola macchia sulle mutandine. La solita "goccina" che spesso sfugge nel lasso di tempo tra il "Mi scappa!" e l'arrivo in bagno.
Lancio un blando rimprovero al nano (perchè non me lo dici prima?!) e la dottoressa sorridendo interviene in sua difesa: "Ma no, non è niente, si è trattato solo di un piccolo disguido idraulico!". 
Lui coglie la palla al balzo e a sua volta conferma "Sì, mamma, è stato il draulico".

Intromissioni

Non ho il dono della pazienza, lo ammetto, e i capricci in pubblico mi mettono in difficoltà: odio essere al centro dell'attenzione, soprattutto se ad attirarla è un nano urlante che mi fa sentire, agli occhi di chi ci guarda, totalmente inadeguata e incapace di gestire e risolvere la situazione. 
Ho letto innumerevoli consigli: dall'ignorare il capriccio a spiegare al nano in modo pacato ma fermo che sdraiarsi in terra urlando tra le corsie del supermercato non è il modo migliore per ottenere ciò che vuole, per poi cedere a sibilanti minacce per fargli abbassare il volume di voce e - sì, lo ammetto - ai  tentativi di distrarlo con qualcosa di allettante come i giardinetti o di assurdo come asini o draghi che volano nel parcheggio.
Quello che però mi snerva più dei capricci e delle scene del nano sono gli "impiccioni":le persone, perfettamente estranee o conosciute non importa, che si sentono in dovere di intervenire e dire la loro.
Come al supermercato, appunto, quando cercavo di fronteggiare l'assurda fissazione per una macchina rossa, l'ennesima, che non volevo comprare, e una signora si è sentita in dovere di chiedere a mio figlio quale fosse il motivo della sua disperazione, dicendomi poi "suvvia, gliela compri questa macchinina!".
Perchè non se la compra lei e non mi lascia in pace? avrei voluto risponderle.
O quando, a tavola con tutta la famiglia, di fronte a un capriccio per mangiare, c'è sempre qualche zio o zia che interviene "Hai ragione, lascia stare le zucchine e vieni qui che ti do un po' di salsiccia e patatine fritte".
E poi ci sono le trasgressioni alle mie spalle: chiedo ai nonni di non dargli spuntini mezzora prima di cena e appena mi volto... tac! un pezzo di torta o di focaccia.
In quest'ultimo caso, però, il nano mi ha dato una notevole soddisfazione.
Dopo aver espressamente richiesto di non dargli l'aperitivo, sono andata in cucina a preparare la cena e al mio ritorno il piccolo spione ha candidamente dichiarato "Mamma, sai che mentre non c'eri il nonno mi ha dato le noccioline?"


Caro Fagiolino

Caro Fagiolino,
mi ero ripromessa di fare tesoro della passata esperienza e di vivere la prossima, se mai ci fosse stata, da mamma "meno trafelata".
Mi ero detta "mai più un trasloco in gravidanza", e invece questa volta il pancione sarà ancora più grosso e tu rischierai di nascere in uno scatolone foderato di carta-bolle. 
Avevo intenzione di arrivare più riposata al momento fatidico, perchè, come giustamente mi fu detto per tuo fratello, "il bello arriva dopo", e invece sono già stravolta da tutti i cambiamenti in corso e previsti, dalle corse per non perdere l'autobus e dalla crisi d'astinenza da motorino, che dimezzava i tempi casa/ufficio e rendeva questa vita da pallina di flipper decisamente più comoda.
E poi, noi mamme trafelate dobbiamo fare i conti con il gioco degli incastri: meglio andare in ufficio fino all'ultimo per poter stare a casa un mese in più dopo il parto, e non dover litigare coi sensi di colpa nel dover mollare un pargolo di pochi mesi per rientrare subito al lavoro.
Ma non temere, Fagiolino: non vediamo l'ora di conoscerti (però non arrivare in anticipo!)

Camicia al pesto

A cena fuori, io e mio marito ordiniamo una pizza, mentre al nano viene servito il suo piatto preferito: pasta al pesto. 
L'entusiasmo lascia però subito il posto alla perplessità quando vede, tra una trofia e l'altra, anche patate e fagiolini... decide che questi intrusi toccheranno a me.
Nonostante il bavaglino, i pantaloni rimangono puliti per poco. Ma anche il papà non è da meno, e si schizza la camicia provocando un'evidente "patacca". 
Cercando di evitarmi i soliti litigi con Ace Gentile e similari, chiede uno smacchiatore, e gli portano del borotalco e una spazzola.
Il nano assiste all'operazione con grande interesse e curiosità, e vuole testare la spazzola: se la strofina un po' sulla camicia che, fino a quel momento, era miracolosamente rimasta pulita. 
Poi, per rendere il tutto più realistico, decide di immergere le manine nel suo piatto di pesto, ne raccoglie una discreta quantità e se la spalma sulla camicia. Aggiunge un po' di borotalco e con grande soddisfazione inizia a strofinare, in un pasticcio bianco e verde su sfondo blu.
Adesso sì che ha superato il suo papà!

La sottile linea tra il senso del dovere e il senso di colpa

Ultimamente il nano non ha più voglia di andare all'asilo: posso capirlo, dopo tanti mesi e soprattutto una settimana di ferie con mamma e papà, avrebbe preferito continuare ad andare al mare, per quanto si trovi bene sia con le maestre sia con gli altri bambini.
Questa mattina, al solito piagnucolio "ma ci devo andare anche oggi?", è seguita la domanda "poi mi vieni a prendere tu?"
Ho dovuto rispondere che, purtroppo, lavorando fino a tardi, non ce l'avrei fatta.
A quel punto, ancora più scoraggiato, mi ha chiesto "ma perchè devi sempre andare a lavorare? A me non piace che vai a lavorare fino a tardi, devi stare con me".
Per una mamma perennemente in lotta col senso di colpa, è una pugnalata al cuore.
E per un attimo ho pensato di telefonare in ufficio e dire che oggi non sarei riuscita ad andare a lavorare. 
Poi ho anche pensato alla tabella delle mie ferie, risicatissima per riuscire a stare a casa due settimane ad agosto e prendere permesso quando farà l'inserimento alla materna, e con il magone l'ho accompagnato all'asilo.

 

Così parlò...

Frasi raccolte qua e là.

- Mamma, mi piace come ti sei inchiostrata le unghie dei piedi. Questo colore rosso è più bello di quello viola!

- Per mangiare la brioche io sono grande, perchè ho tre anni. Ma per bere dalla tazza sono piccolo, perchè ne ho due e voglio il biberon.

- A casa dei nonni non c'è il castigo!

- Mamma voglio chiamare io l'ascensore. ASCENSOREEE!!! ASCENSOOOOOREEEE!!!!

- Non mi chiamo Tesoro, mi chiamo Simone!

- Mamma perchè mi accompagni tu anche oggi all'asilo... voglio papà che mi porta sulle spalle!
- Tesoro mi dispiace, oggi niente spalle, ti tocca la mamma.
- ... dove mi tocchi?! 

- Guarda mamma, mi sono fatto un teaggio sul braccio!!
A 3 anni col tatuaggio... cominciamo bene, per fortuna è un "trasferello"!

Dopo aver sguazzato in piscina per circa 3 ore consecutive, tiro fuori dall'acqua il nano raggrinzito per tornare a casa.
- Mamma, non possiamo andare via, mi sono dimenticato di fare il bagno! 

- Papà non voglio più giocare con te. Voglio giocare con la mamma, perchè è scarsa e perde!

- Nonno, tu hai i muscoli?
- Io ne ho pochi, tesoro, perchè ormai sono vecchio
- Io invece ho tanti muscoli, perchè sono nuovo! 

- Mamma, ma al parco non ci sono le zanzare: perchè ci sono i giochi e ci vanno a sbattere contro! 

- Mamma, poi anche io e te diventiamo alti come papà? Però tu devi anche diventare magra!
 

Vacanza al mare

Da tanti anni sogno una vacanza al mare, anche se il mare ce l'ho a pochi metri da casa e posso vederlo tutti i giorni: quello che sogno è proprio "l'idea" di svegliarsi al mattino e - per una settimana - non avere altro pensiero che fare colazione, infilarsi il costume e andare in spiaggia, a piedi. 
A breve lo realizzerò. E anche se non vedo l'ora di vivere una settimana di ferie e relax, mi rendo conto che il mio entusiasmo non è tanto "per me" quanto per il mio cucciolo.
Aspetto con trepidazione il momento in cui vedrà da vicino, vicinissimo, la nave grande su cui ci imbarcheremo, mi gusto già la sua emozione quando racconta ai nonni che ci "mangerà e dormirà" sopra. Voglio condividere la felicità di passare una settimana tutti insieme, con mamma e papà a sua completa disposizione, senza corse e rinunce: il tempo sarà tutto per noi. 
Non vedo l'ora di vederlo giocare con la sabbia o zampettare nell'acqua.
Perciò... vade retro scarlattina, non rovinarmi i piani!!

Lingue straniere

Sabato mattina al supermercato, in coda alla cassa con il nano nel carrello, la signora dietro di noi attacca bottone, parlando in genovese. 
Pur essendo nata e cresciuta a Genova, lo capisco poco e non lo parlo, perciò mi sono limitata ad annuire sorridendo, comprendendo un numero minimo di parole in tutto il discorso (stoccafisso e poco altro). 
Il nano ci guardava senza riuscire a prendere parte alla conversazione, finchè mi ha chiesto: "Mamma, ma questa signora parla inglese?"
Non gli ho risposto che, se avesse parlato in inglese, avrei capito molto di più!

La statua

Seduti in attesa del nostro turno presso un ufficio del Comune, il nano si guarda in giro incuriosito. Poi qualcosa attira la sua attenzione e, guardando verso le persone agli sportelli, mi chiede: "Mamma, chi è quel signore finto?".
Non capisco, cerco di seguire il suo sguardo che mi sembra puntare su un ragazzo davanti al bancone. Il nano ripete la domanda a voce più alta, e con un inizio di imbarazzo, temendo si riferisca proprio a quel ragazzo (ma perchè "finto"?), cerco di distrarlo con un dinosauro che ho nella borsa.
Ma lui insiste, e ora indica pure col dito. 
Il ragazzo si gira e ci sorride. Forse anche lui pensa di essere l'oggetto dell'attenzione del nano...
Poi finalmente mi spiega: "Mamma, quello lì bianco grande". 
E mi illumino!
Il signore finto è la statua che campeggia in fondo al salone, proprio alle spalle del ragazzo allo sportello, che quando ci passa davanti ci sorride e si sente domandare dal nano "L'hai messo tu lì sopra quel signore finto?"

Rubacuori

Sala d'attesa per la visita oculistica, reparto nuovo e molto bello, a disposizione dei bimbi ci sono dei bei cubi morbidi e colorati. Il nano non ci pensa due volte e inizia a giocarci, saltarci sopra e fare "le torri". Si unisce una bimba poco più piccola, che lo segue come un'ombra, gli passa i cubi e ride a ogni sua pagliacciata. Il nano, lusingato, si scatena e le dedica uno show di capriole e facce buffe.
Mentre li guardo sorridendo, gli dico: "Pulcino, hai trovato un'amica?!"
E lui, con espressione alla Humphrey Bogart: "Sì, mamma. Ora si innamora di me!"

Seggiolone

Pare che il nano stia prendendo atto della presenza di un fratellino (o sorellina) nella pancia della mamma. Facile, per adesso: non si vede, non si sente, è totalmente invisibile e innocuo.
Ieri sera a tavola, mentre a cena tentavo di propinargli le zucchine, mi ha chiesto:
"Mamma, ma il fratellino che cosa mangia?"
"Finchè è nella mia pancia, mangia quello che mangio io"
Incredulo all'idea che un bambino possa mangiare le verdure senza protestare, ha domandato: "Anche le zucchine? A me non mi piacciono!"
Me ne sono accorta...sto lottando per nasconderle tra una farfalla e l'altra e me le becca sempre.
Gli ho spiegato che nella pancia della mamma si mangia "quello che passa il convento" e i capricci non sono contemplati (almeno lì!).
"Però anche lui mangia nel seggiolone, dentro la tua pancia, vero?!"
 

Momenti di pura felicità

Ci sono momenti in cui la stanchezza mi sembra più grande di me. 
In cui vorrei soltanto sedermi, chiudere gli occhi e lasciare che tutte le persone che mi circondano si arrangino senza di me.
Ma ci sono momenti in cui al mio nanetto bastano poche parole o un gesto spontaneo per ricordarmi quanto valga la pena di sopportare quel senso di inadeguatezza per il tempo e le energie che sembrano non bastare mai, e la stanchezza e lo sconforto vengono soffiati via come lo zucchero a velo dalla torta di compleanno!
Quando mi sorprende con un "Mamma, ti voglio tanto bene", quando mi prende per mano per camminare insieme, quando mi abbraccia forte. 
Quando "litiga" per scherzo con il papà sulla proprietà della sua mamma (è mia!). 
Quando, seduti sul divano, mi chiede di avvicinarmi ancora di più a lui. 
Quando lo guardo dormire, e mi sembra così piccolo ma anche così grande. 
Quando mi stupisce con ragionamenti e frasi complesse e mi sembra il più intelligente del mondo. 
Quando ride di quella risata che solo i bambini sanno fare. 
Quando vuole aiutarmi a portare i sacchetti della spesa, a volte più grandi di lui. 
Quando mi dice, se ho la bua, "domani te la faccio passare io". 
In tutti questi momenti, non chiedo altro.

"Mi scappa"!

Come ci sentiamo dire da generazioni, sempre andare in bagno prima di uscire di casa, o prima di salire in macchina per un tragitto un po' lungo. Così, conoscendo la scarsa autonomia del mio nanetto, fresco di spannolinamento, prima di metterci in viaggio dopo una bella giornata fuori porta, espletiamo la pratica pipì.
Nemmeno a metà tragitto, ci troviamo fermi in coda, tipica da rientro della domenica sera, soprattutto considerando che è la prima giornata festiva di maggio in cui il clima è più primaverile che invernale.
Dal seggiolino posteriore parte l'allarme "Mamma, mi scappa".
"Cucciolo, l'hai appena fatta, sei sicuro?"
"No"
"No non sei sicuro, o no non ti scappa?" chiedo, sperando vivamente nella seconda ipotesi.
"No non mi scappa". Evviva!
Però mi sorge il dubbio... E allora perchè lo hai detto?
Questo stesso dialogo si ripete identico un altro paio di volte. Alla terza la mia pazienza vacilla e mi giro di scatto: "Allora, ti scappa O NO?!"
"Sì, mi scappa".
Uffa, e ora che siamo qui bloccati sull'Aurelia come faccio?
Per fortuna accanto alla strada c'è una parvenza di marciapiede con un'aiuola triste e incolta... Le macchine sono ferme, scendo al volo e gliela faccio fare qui.
Slego le cinture, e mi rendo conto che nel frattempo il nano si è tolto le scarpe: che bella idea!
Cerco di mettermi più nascosta che posso, slaccio i pantaloni e tiro giuù gli slip. "OK, falla" gli do il via.
"Mamma, dobbiamo aspettare".
"Che cosa dobbiamo aspettare, pulce?" chiedo mentre mi accorgo che la coda inizia a muoversi, e vedo mio marito che avanza con la macchina.
"Che la pipì abbia voglia di uscire dal pisellino".
Ecco, questo non è proprio il momento adatto per attendere pazientemente la pipì...
Non posso credere che dopo essere stati fermi immobili per almeno un quarto d'ora, ora tutti avanzino, lentamente ma inesorabilmente!
"Pulcino" riprovo "fai la pipì?"
"Mamma! Dobbiamo aspettare!" ribadisce seccato di doversi ripetere.
Vediamo, dov'è la mia macchina? Un centinaio di metri più avanti, ce la posso fare.
Dopo qualche minuto di attesa e qualche altra decina di metri di strada percorsa, però, penso che la pipì si sia fatta attendere a sufficienza, raccatto il nano e cerco di correre per salire al volo, si fa per dire, schivando gli insulti degli automobilisti che si sono fermate dietro a mio marito per farci salire.

Botta e risposta

Dopo un interminabile e inutile capriccio, stanca per la nausea che non mi abbandona, scherzando (ma neanche poi tanto...) ho detto al nano, sperando di suonare minacciosa e porre fine alla litania:
"Smettila perchè iniziano a prudermi le mani"
E lui, senza intimidirsi minimamente: "Mamma, e a me crudono i denti"!

Il nano e la doccia

Pur amando l'acqua, nel senso di piscina e mare, il nano detesta fare la doccia, o meglio lo shampoo, e ogni volta accampa una scusa diversa.

Mamma non voglio fare la doccia, voglio essere puzzolente!
Bambino ambizioso...!

Mamma non posso fare la doccia, perchè domani ho male di pancia.
...fa pure le previsioni!

OK mamma, faccio la doccia ma lavo solo la pancia e se vuoi un po' i piedi!
Che concessione, peccato che anche tutto il resto del corpo, dagli alluci ai capelli, abbia bisogno di una bella strigliata.

Mamma, tu e papà potete fare la doccia perchè non piangete, ma io non posso perchè se mi "sciampi" piango moltissimo.
Per una volta che mamma e papà sono un buon esempio...

Mamma se faccio la doccia oggi, domani però non la faccio vero?!
Non sia mai che ci laviamo per due giorni consecutivi!


Rumori notturni

Notte, sono a letto sotto le coperte quando, spostando un piede, scontro qualcosa che produce un forte rumore metallico sul pavimento. Lo ignoro, ma mio marito si sveglia di soprassalto.
"Cos'era?" mi chiede.
Senza nemmeno aprire un occhio, rispondo: "Doc".
"Cosa??!" riprova.
"Doc" insisto.
Silenzio perplesso.
Spiego: "Hudson Hornet" e mi giro dall'altra parte per abbandonarmi di nuovo al sonno.
Non ho la forza di spiegargli che si tratta di una macchinina (cioè Doc, il mio personaggio preferito del cartone Cars - Motori ruggenti) che nostro figlio ha abbandonato sul nostro letto e che ho inavvertitamente fatto cadere muovendo il piede.
Lascio, perfida, che si alzi e tastando il pavimento al buio trovi il giocattolo che lo ha svegliato.

Iscritto!

Il momento fatidico, l'iscrizione alla scuola materna, è arrivato! Dopo aver sbagliato strada soltanto una volta (ottima media per i miei standard), arrivo all'ufficio giusto, dove mi viene indicata la "Stanza n. 30", in cui devo recarmi per la conferma dell'iscrizione.
Fuori dalla porta c'è già un papà in attesa, nonostante sia in anticipo di 10 minuti rispetto all'apertura. Proviamo a bussare ma ci rispediscono in sala d'attesa, dove ci sediamo aspettando che tocchi a noi.
Dopo un paio di minuti arriva un'altra mamma, forse da un altro pianeta, almeno rispetto a me: capelli biondi fluenti freschi di piega, abbronzatura color "ho un sacco di tempo libero da passare al sole", borsa il cui prezzo equivale a un mese di stipendio, ballerina d'ordinanza e la giusta dose di gioielli d'oro.
La mamma-chic tira dritto verso la porta della Stanza 30, nemmeno sfiorata dall'idea di doversi mettere in coda. Avvilita per il mio pallore grigio-nausea (non c'è phard che tenga) e la mia coda di cavallo stile "non ho tempo di fare di meglio" non oso farglielo notare, ma ci pensa il papà seduto di fronte a me. E ora aspetti qui con noi, tiè
Mentre la osservo, vedo che inizia a tirare fuori una serie di documenti, li controlla e li rimette in ordine. Mi assale il panico... io non ho portato NIENTE! 
Avrei dovuto stampare qualcosa? Ti prego, ti prego, fà che non mi mandino indietro per tornare un'altra volta! 
Per fortuna, quando entro, non mi chiedono nulla se non di compilare un'infinità di fogli. L'impiegata è gentile e propensa alla conversazione, tanto che quando vede il mio cognome lo ricollega a mio nonno, "il ginecologo che mi ha fatto nascere!", e mi racconta tutti i dettagli del suo primo giorno di vita, dal peso ai vicini di culla (caspita, che memoria!!).
Mi racconta anche che mi contatteranno per l'incontro con i genitori e che la scuola materna organizzerà una "festa di accoglienza" per i nuovi arrivi, e io mi commuovo al pensiero del mio cucciolo con il grembiulino (al nido non lo usa) pronto a iniziare un nuovo percorso.

Le chicche tricolori

Ieri sera ho proposto al nanetto quei piccoli gnocchi colorati (bianchi, rossi e verdi) detti "chicche".
Appena gli ho messo il piatto davanti, li ha guardati incuriosito e ha commentato: "Mamma, come sono strani questi piselli, non sono tutti verdi!"

Ammesso!

Da qualche mese sono entrata nel magico mondo della scuola pubblica, e parole finora sconosciute come ISEE, CAF e graduatoria, dal suono oscuro e anche un po' minaccioso, sono diventate il mio pane quotidiano, tanto da essere anche fonte di informazione per qualche amica! Fiduciosa e informatizzata, ho fatto la domanda online, ed è iniziata l'attesa.
Poi un messaggio "Sono uscite le graduatorie".
NON AMMESSO
NON AMMESSO
NON AMMESSO
Come "non ammesso"?! In nessuno dei tre asili?! E adesso?! L'allarmismo è durato poco, tempo di capire il meccanisco, e l'attesa è proseguita fino all'aggiornamento.
NON AMMESSO
AMMESSO
NON AMMESSO
Ho letto bene?! Sì, un "NON" è sparito! Evviva, abbiamo un posto alla scuola materna comunale. Non è la mia prima scelta, ma va benissimo ugualmente.
Inizia il tam tam con le amiche, chi ammessa subito, chi ancora in attesa, chi disperata.
Ma non finisce qui. Una mamma mi spiega che finchè non mi chiamano per confermare/rifiutare, le graduatorie si aggiornano.
E oggi stanno cambiando continuamente. Ogni paio d'ore apro il sito... trattenendo il fiato come quando sto per assistere a un calcio di rigore... guardo... non guardo... Da 34 a 18!! 
Da 18 a 13!! E ora a 12!!
E via messaggi su messaggi con le amiche "il mio ammesso, il tuo?", "Io sono salita a 12!!", "Io ferma a 44!!"
Oggi diamo i numeri!

 

"Energia di mamme"

A volte mi sembra di non avere sufficiente energia: per affrontare questa vita sempre di corsa e le difficoltà logistiche e talvolta economiche; per sopportare questo momento di debolezza e malessere fisico; per gestire da mamma trafelata il poco tempo a disposizione, che non mi sembra mai abbastanza per veder crescere il mio cucciolo.
Poi... mi capita di fare una chiacchierata virtuale con alcune amiche, anche loro mamme, che non vedo mai, una da mesi, un'altra addirittura da vent'anni. 
E mi illuminano con un punto di vista diverso, con il loro ottimismo. 
E mi chiedo "dove trovano tutta questa energia, questa grinta?" 
Le ammiro, e tanto. Ed è straordinario sentire che, nonostante tutto, abbiano la voglia e la forza di trasmettere anche a me un po' di questa energia
Grazie, amiche.





Farfalle e camion

Nano: "Sai nonna che ieri la mia mamma aveva male di pancia e gomitava?"
Nonna: "Ah sì? E come mai?"
Nano: "Perchè ha mangiato le farfalle verdi, ma stasera gliele preparo io, rosse, così non ha più male di pancia!"

Zia: "Pulcino, lo vorresti un fratellino o una sorellina? Così poi giocate insieme!"
Nano: "Una sorellina no! Un sorellino se mi porta un'aereo e un drago e una tartaruga e una moto arancione"
Io: "Pulcino, non è mica Babbo Natale..."
Nano: "Allora voglio un camion GIGANTE!"

"Uno per uno"

Ieri sera abbiamo comprato una vaschetta di gelato, alla crema, gusto preferito dal nanetto.
Alla solita domanda su cosa ci fosse per cena, dopo aver descritto primo e secondo, gli ho rivelato "...e poi, per chi mangia bene senza fare capricci, c'è il gelato di crema".
Invece dell'entusiasmo che mi aspettavo, l'impertinente ha risposto: "Mamma, non ti ho chiesto cosa c'è per chi non fa i capricci, ma cosa c'è DOPO!"
Al momento del gelato, mio marito per scherzare gli ha detto "Me lo mangio tutto io!", e io per stare allo scherzo ho ribattuto "No, lo mangio tutto io!"
Il nanetto ci ha guardato con aria seria e ci ha ripresi: "Non litigate. Si mangia uno per uno - avrà voluto dire un po' per uno? - PRIMA io, e POI voi".
Ah ecco...

"Scaricabarile"

Seduti a tavola, durante la cena, mi rivolgo al nanetto che sta disegnando sulla tovaglia con l'acqua, rovesciandola dal suo bicchiere.
IO: Pulce, se non la smetti di rovesciare l'acqua mi arrabbio...
LUI: Ti arrabbi con Papà?
IO: No, mi arrabbio con te che fai questi pasticci...
LUI: Ti arrabbi con me E Papà?
IO: No, Pulce, mi arrabbio solo con te!
LUI: Facciamo che ti arrabbi solo con Mamma e Papà!

Sorellina a distanza

Ieri ho incontrato un'amica che ha da poco avuto una bimba, mentre il figlio più grande è quasi coetaneo del mio. Mi sono fermata a salutarla e mi è toccata la solita domanda "E tu quando lo fai il secondo?"
Ho immaginato la reazione del nano a questa eventualità... pessima, se penso come è geloso già quando si tratta delle cuginette. 
La mia amica allora gli ha chiesto: "E tu la vorresti una sorellina?"
E lui, pronto: "Sì, ma non in casa, la chiamiamo al telefono"!

Sabato sera

Questa sera andremo a cena fuori e ne sono felice perchè si preannuncia una serata piacevole! Prima di tutto perchè l'invito include il nano, cosa che mi evita di dover chiedere il supporto di nonna o baby-sitter: la coppia di amici che ci ha invitati ha una bambina, più grande e fortunatamente più disponibile a condividere i propri giocattoli del mio.
Sono contenta perchè so che sarà un'uscita rilassante: so che il nanetto troverà un bicchiere di plastica (azzurro, perchè rosa è da femmine) impossibile da rompere, che se sporcherà la tovaglia nessuno storcerà il naso, che il menù sarà adatto anche a lui, che giochi e cartoni animati saranno a disposizione, così non devo ricordarmi di infilare in borsa intrattenimenti vari. Mi basterà portare le ducciole (= calze antisdrucciolo)!
So che potrò fare una bella chiacchierata mentre i bambini giocano e nessuno si formalizzerà se saltano sul divano (l'ultima volta non c'era più un cuscino al proprio posto...).
A me toccherà soltanto pensare al dolce, per cui ho pensato di coinvolgere il mio piccolo chef, che accetta con grande entusiasmo e insiste per la torta al scioccolato.
Questa mattina abbiamo comprato gli ingredienti e dopo la nanna del pomeriggio, indossati i grembiuli, ci siamo messi all'opera. Tra gusci d'uovo finiti nell'impasto (e recuperati!) e farina svolazzata ovunque, il momento preferito è stato mescolare gli ingredienti con la frusta elettrica.
Il nano non poteva però rassegnarsi al fatto che alla torta non corrispondesse nessun compelanno... in assenza di una vera ricorrenza, abbiamo deciso di festeggiare il cane dei nostri amici!
Dopo cena, al momento del dolce, la padrona di casa ha portato in tavola il nostro capolavoro chiedendo "chi vuole un po' di torta"?
Il nano, come se la domanda fosse quanto meno superflua, ha risposto: "Io! ...l'ho portata io!".
Per fortuna siamo riusciti a mangiarla anche noi. Buona!

 

Silenzio

Al nanetto piace giocare coi miei capelli: mi spazzola (decespuglia), mi mette il cerchietto (acceca) e la pincia (pinza, in senso letterale), facendo commenti da esperto coiffeur come "adesso sei tutta bionda" (giuro che non mi fa anche la tinta!). 
A volte aggiunge un tocco creativo, come un groviglio di stelle volanti, cioè filanti, colorate e commenti lusinghieri come "sei un pagliaccio"!
Ieri sera, finita la sua opera, ha dichiarato: "Ecco mamma, adesso sei bella!"
"Grazie amore!" gli hi risposto.
Mio marito, forse invidioso perchè lui non ha sufficiente materia prima per farsi pinciare, ha subdolamente domandato: "E prima la mamma non era bella?"
Simone: "......"
A volte un silenzio vale più di mille parole!

Cerotti

Mio figlio è molto geloso della sua cuginetta, e non le permette di usare i suoi giochi, a meno che non sia proprio qualcosa che non gli interessa.
Qualche sera fa, nonostante sul tappeto ci fossero decine di macchinine, appena sua cugina ne afferrava una gliela strappava di mano, richiando di farla cadere dato il suo equilibrio precario (non cammina ancora da sola).
All'ennesimo rimprovero e raccomandazione di non farla cadere, ci ha un po' pensato e mi ha risposto:
"Sì mamma, non deve cadere, perchè poi io non le do i miei cerotti".
Non avevo dubbi!

Scarpe

Tra i regali ricevuti da mio figlio a Natale ci sono un paio di scarpe molto carine ma ancora abbondanti. Aspettano nell'armadio che il piedino cresca, e quando il nano mi chiede di indossarle gli spiego che gli andranno bene quando sarà un po' più grande.
Ieri mattina, mentre lo preparavo per andare all'asilo, se lo è ricordato e mi ha detto "quelle scarpe me le metto quando divento più grande!"
Poi ha visto un paio di Adidas che usava lo scorso anno e che sono in attesa di eventuali passaggi a cuginetti o amici, e mi ha chiesto "E quelle?"
"Quelle" gli ho risposto "ormai non ti vanno più".
"Perchè sono piccole. Allora me le metto quando divento più piccolo!" 

Contrattempo

Mi ha appena chiamato mia mamma, che oggi avrebbe dovuto prendere il nano all'asilo e tenerlo fino al mio arrivo dall'ufficio, per avvisarmi di un impegno imprevisto: devo trovare una sistemazione al volo!
Chiamo la baby sitter, ma sta studiando per l'esame di domani.
Mentre mi arrovello per trovare una soluzione, che potrebbe essere quella di chiedere un permesso dal lavoro, le mie colleghe propongono in coro: Portalo qui, così lo conosciamo!
Proprio perchè non lo conoscono hanno avuto un'idea del genere... ma in mancanza di alternative valide, accetto con gratitudine.
Il nano arriverà tra mezzora. All'impazienza delle colleghe si contrappone la mia ansia.
Immagino già scenari apocalittici... corse per il corridoio, computer in tilt, confusione tra le scrivanie... 
Forse esagero. 
Forse mi stupirà e mi farà fare la figura della matta comportandosi come un angioletto...
Lo spero tanto. Meglio matta che licenziata!!


Castigo

Compleanno della Nonna F., cena a casa sua. 
Il nano si comporta da vero ometto, seduto a tavola mangia composto e senza fare pasticci.
Dal giorno prima aspetta con ansia la torta per foffiare le candeline e cantare "tanti auguri". Appena entra in casa chiede dov'è la torta, ogni volta che mia madre porta un piatto in tavola chiede adesso io foffio?  
Riusciamo a tenerlo buono fino al momento fatidico.
Dopo avere acceso e spento le candeline per 3 volte, la festeggiata inizia a tagliare la torta, e il nano esplode in un capriccio. Al lancio della forchettina lo rimproveriamo, e suo papà lo minaccia: se non fai il bravo, ti metto in castigo.
Il nano non fa una piega e risponde prontamente "non puoi papà: in questa casa non c'è il tastigo!"

Baby sitter 2

E' andata. 
La baby sitter è uscita viva e sorridente dalla serata con la piccola teppa.
L'esordio non è stato dei migliori: il nano ha infatti sfoderato tutte le sue doti di perfetto padrone di casa per mettere a suo agio la nuova arrivata. 
Iniziando con "mi deve lasciare in pace, lei" e concludendo con "lei non mi piace".
Per fortuna la fanciulla non si è scoraggiata, ha capito come prenderlo e nel giro di 10 minuti hanno iniziato a rincorrersi e a ridere a crepapelle.
Al momento di uscire, le proteste sono state placate subito: nemmeno un capriccio, non una lacrima versata, ma un ciao poco convinto che è comunque un ottimo risultato.
Al rientro dal ristorante abbiamo trovato il nano ancora sveglio e pimpante, mentre lo pensavamo a letto da un'ora, ma va bene così.
La baby sitter ha dichiarato (mentiva? Non lo sapremo mai!) è stato bravissimo e si è detta disposta a tornare!

Baby sitter

Per circa due anni mio figlio è stato l'unico nipote di mia mamma e il più viziato da mia sorella. Quindi non ho mai avuto bisogno di una tata, nè per le (rare) uscite serali nè per andare la domenica allo stadio: nonna e zia se lo litigavano, per mia grande comodità, serenità e... risparmio!
Adesso la nonna ha altri impegni, la zia una bimba piccola, e in caso di necessità organizzarsi non è più così semplice. Mi sono così decisa a trovare una baby-sitter, chiedendo suggerimenti alle amiche.
Venerdì scorso, dopo svariati messaggi, ho così conosciuto una ragazza che tiene a volte il bimbo di una cara amica.
E' venuta a casa per conoscere me e il diretto interessato e la prima impressione è stata ottima: una ragazza giovane ma che ha già esperienza, sorridente e disponibile.
Il nano, appena sveglio e influenzato, è stato l'antitesi della simpatia e della cordialità. Falsamente timido, in braccio come una cozza, si è limitato a ridere sotto i baffi alle provocazioni della new entry ma si è rifiutato di dire anche solo ciao.
Il vero banco di prova, però, sarà questa sera: vado a cena fuori con mio marito. 
Alla baby sitter toccano quindi alcune ore in balia del nano anfetaminico... cena, dopo-cena, lavaggio denti, pigiama e nanna...
Sono già in ansia da ieri: andrà tutto bene? Si comporterà come vorrei che si comportasse (il nano, non la baby sitter)? Riceverò una telefonata a base di pianti disperati (della baby sitter, non del nano)? Mi sentirò dire "mai più" (dalla baby sitter, non dal nano)?
So già che non mi godrò la cena (seppure andare a ristorante sia un miraggio ormai) e cercherò di tornare a casa il prima possibile. 
Per salvarla e sperare che sia disposta a tornare!

Albero

31 gennaio. Mentre preparo la cena, il nano mi raggiunge in cucina e mi chiede:
- Mamma, dov'è il mio albero?
Subito non capisco, e chiedo quale albero?
- Quello con le palline!!
Mi illumino, l'albero di Natale! Gli ricordo che lo abbiamo smontato insieme e messo via.
- Possiamo rifarlo, così Babbo Natale ci lascia sotto dei regali per me?
E adesso come glielo spiego che deve aspettare per circa 11 mesi prima che Babbo Natale passi di nuovo?

Mi scappa!

Sabato mattina, spesa al solito supermercato. 
Il nanetto, al suo posto di guida nel carrello, osserva affascinato gli astici nella vasca e il pesce spada "col naso lungo", mentre aspettiamo il nostro turno al banco della pescheria.
All'improvviso l'allarme: Mamma, mi scappa! 
So per esperienza che dall'annuncio all'effettiva pipì addosso la distanza è molto breve, perciò cerco di fare rapidamente mente locale, ma sono certa di non aver mai visto alcuna indicazione di toilette in questo supermercato.
La commessa della pescheria è troppo impegnata per darmi retta, provo con quella del banco Gastronomia, che mi risponde con un indifferente "Non so".
Le mie pupille si sono trasformate nel timer di una bomba a orologeria: meno 30 secondi al disastro, meno 29, meno 28... 
Mi dirigo verso l'Ufficio Clienti guidando il carrello come fosse una Ferrari, incitata dal nano che apprezza il lato divertente della situazione: più veloce mamma!  
Trovo un volto noto, una signora che spesso è in cassa e ricordo essere sempre gentile con Simone... anche quando lui si rifiuta di darle i biscotti al momento di pagarli.
Le chiedo se ci sia una toilette, "Al 2° piano" mi risponde.
Nemmeno sapevo che questo supermercato avesse più piani... Lei nota il mio sguardo perplesso perchè aggiunge: "Ci arriva con l'ascensore... ha presente il parcheggio?"
Sì, ho presente, corro! Mi rendo però conto di non poter uscire - senza fare la coda alle casse - con il carrello che già contiene frutta e verdura, così chiedo stupidamente indicandolo ...E questo?
"Lo lasci pure qui" mi dice, con l'espressione di chi pensa di aver di fronte una squilibrata. 
E intanto i secondi passano. 
Tiro fuori il nano dal carrello ma in quel momento interviene un altro collega. 
Sentendomi intimare "TIENILA!" ha intuito che l'esigenza non è mia e mi propone "se è per il bambino può usare il nostro bagno, venga". Lo guardo con gratitudine e gli spiego che ancora l'autonomia scarseggia. Mi sorride "La capisco, ho un bimbo di 2 anni e mezzo". Evviva!
Lo seguiamo e ci spalanca le porte di un mondo nascosto, fatto di impiegati in pausa che mangiano e ascoltano la radio, di cartoni tra cui dobbiamo fare lo slalom, di carrelli carichi di scatole, di odori forti di pesce e verdure. Spero che il nano, affascinato, non perda la concentrazione!
I bagni sono spaziosi e pulitissimi, la sua premura nell'aprirci le porte e accendere le luci è commovente!! 
Tutto fatto, figuraccia evitata, andiamo a recuperare il carrello e a comprare la sogliola.
"No mamma, no voio la sogliola, voio il pesce"!

La febbre del sabato sera

Sabato pomeriggio, giornata fredda ma soleggiata, non viene più buio così presto. 
Ci sono tutte le condizioni per uscire e andare a provare il monopattino nuovo, così appena il nano si sveglia dalla nanna vado a proporgli il mio programma. 
Dalla sua faccina, però, capisco che ci risiamo. Gli tocco la fronte: scotta. E parla come se avesse una molletta pinzata sul naso. OK, ho capito, si sta a casa.
Il nanetto è un po' spento ma l'umore tutto sommato è buono. Ormai so a memoria la procedura e prima di cena facciamo l'aerosol. 
Come se si fosse scolato 6 Redbull con aggiunta di anfetamine, comincia a correre per casa, a saltare (non aggiungo "a parlare" perchè non sta mai zitto in ogni caso!) in una danza di scherzi e risate.
Gli misuro la febbre: 39.1.
Io e mio marito ci guardiamo negli occhi e la domanda sorge spontanea: ma con 39.1 di febbre non si dovrebbe stare male?!

Benvenuta cuginetta

L'ultima arrivata in famiglia è Giulia, la bimba di mia sorella, meraviglioso agglomerato di rotolini di ciccia nata 3 mesi fa.
Mio figlio, nonostante esperienze di vacanze condivise con gli altri cuginetti, mi ha tolto subito ogni dubbio su una possibile gelosia, notificandomi il divieto assoluto di prenderla in braccio. Divieto che ha poi esteso ai suoi nonni, ma per fortuna non a mia sorella!
Quando è capitato che la vedesse a casa nostra, su richiesta esplicita si dimostrava affettuoso con carezze e moine, ma sempre con uno sguardo sospettoso e guardingo come se si stesse chiedendo quando se ne va?! 
Ne ho avuto la conferma a Natale, quando ho invitato a pranzo i miei parenti, inclusa la nipotina. Nel momento in cui ho aiutato mia sorella a svestire la piccina, è arrivato l'ordine perentorio Rimettila nella sua giacca!

Scuola guida

Non sono molto portata per la guida, lo so. O meglio, non sono molto portata per la guida della macchina, perchè sulle due ruote sono perfettamente a mio agio.
Sono la classica "donna al volante" delle battute sarcastiche degli uomini: un po' distratta, assolutamente estranea a tutto ciò che riguarda motori, cilindrate, navigatori e optional vari. Impacciata nelle manovre difficili (quando entro nei parcheggi dei supermercati mi chiedo sempre se sarò in grado di uscirne) e priva di ogni interesse verso gli autolavaggi (tanto poi piove)!
Incredibilmente ho superato l'esame di guida al primo tentativo, ormai 14 anni fa, ma soltanto perchè non ho avuto occasione di dare sfoggio del mio vocabolario da ultras al volante, e soprattutto perchè non mi è stato chiesto di parcheggiare in una strada a senso unico con un'auto impaziente a suonare il clacson dietro di me. In quel caso, penso che avrei ancora il foglio rosa.
A mia parziale discolpa va detto che, nonostante io abbia preso la patente per la macchina, ho sempre evitato di usarla, spostandomi in motorino anche sotto il diluvio universale.
Ma con il pancione prima, e il nanetto poi, mi sono dovuta arrendere. E oggi guido quotidianamente, o quasi, una macchina che porta le cicatrici delle mie manovre maldestre.
Ho però guadagnato un fantastico compagno di viaggio, che dal seggiolino sul sedile posteriore mi tiene compagnia con le sue incessanti chiacchiere e con le sue preziose raccomandazioni.
Ignaro del fatto che il nostro mezzo di trasporto, che ha oltre 10 anni, non dispone di cambio automatico, ogni volta che tolgo una mano dal volante per cambiare marcia mi redarguisce: "Tieni due mani sul guidante!".
E dopo la visione ripetuta del cartone "Cars - Motori ruggenti", le richieste sono degne di Saetta McQueen: da Mamma vai fortissimo a Mamma schiaccia il motore! fino al più tamarro Mamma schiaccia il clàcsone!
Per fortuna rimangono saldi i comandamenti: "Rosso stop - Verde passare" e "Le strisce pedonali sono per i pedoni".