La sottile linea tra il senso del dovere e il senso di colpa

Ultimamente il nano non ha più voglia di andare all'asilo: posso capirlo, dopo tanti mesi e soprattutto una settimana di ferie con mamma e papà, avrebbe preferito continuare ad andare al mare, per quanto si trovi bene sia con le maestre sia con gli altri bambini.
Questa mattina, al solito piagnucolio "ma ci devo andare anche oggi?", è seguita la domanda "poi mi vieni a prendere tu?"
Ho dovuto rispondere che, purtroppo, lavorando fino a tardi, non ce l'avrei fatta.
A quel punto, ancora più scoraggiato, mi ha chiesto "ma perchè devi sempre andare a lavorare? A me non piace che vai a lavorare fino a tardi, devi stare con me".
Per una mamma perennemente in lotta col senso di colpa, è una pugnalata al cuore.
E per un attimo ho pensato di telefonare in ufficio e dire che oggi non sarei riuscita ad andare a lavorare. 
Poi ho anche pensato alla tabella delle mie ferie, risicatissima per riuscire a stare a casa due settimane ad agosto e prendere permesso quando farà l'inserimento alla materna, e con il magone l'ho accompagnato all'asilo.

 

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