Quando ero bambina, il concetto di essere buoni genitori si poteva riassumere in "metterti un tetto sulla testa, i pasti in tavola, farti andare a scuola e in vacanza d'estate".
Effettivamente nessuna di queste cose mi è mai mancata. Ho sempre mangiato tanto e bene, dormito in letti comodi, finito l'università e non ho mai messo piede in un centro estivo.
Se hai tutto questo, non ti manca niente. Taci e non ti lamentare, anzi, ringrazia.
Pur augurandomi che ogni genitore possa dare tutto questo ai propri figli, diventare madre ha, per così dire, ampliato il mio punto di vista.
Penso che a un figlio si dovrebbero dare, oltre alle sicurezze materiali, anche quelle meno tangibili, come accettazione, conforto, ascolto, comprensione, condivisione, amore incondizionato e indipendente da successi e fallimenti.
Penso che per i miei figli, sapere di potermi fare le domande che desiderano sia altrettanto importante che avere un piatto di pasta sulla tavola. Che sapere che non sarà un brutto voto a farmi smettere di incoraggiarli abbia lo stesso valore di un letto comodo e di una coperta calda. Che sapere che un errore non me li farà amare di meno non sia meno importante di una vacanza al mare o in montagna.
Sono consapevole che non avrò tutte le risposte, che perderò la pazienza e che pretenderò da loro impegno in quello che fanno, ma so anche che voglio accogliere tutte le loro domande, le loro incertezze e le loro debolezze senza giudizi... e se mi mancheranno le risposte, le cercheremo insieme.
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