Il nano piccolo sta attraversando una fase artistica, con influenze che definirei un po' cubiste e un po' astratte, e gira per casa proponendo ritratti che, solo in rari casi, regala ai fortunati destinatari.
Il pezzo forte è l'autoritratto, che in realtà non si distingue dagli altri personaggi: sono tutti macrocefali, pelati, con dita enormi e occhi grandi e senza pupille.
Tranne Babbo Natale, che è colorato di rosso e ha il cappello con il pon pon.
L'altra sera il tema dell'opera era "la famiglia".
Il nano ha disegnato tre omini in scala e mi ha mostrato il foglio orgoglioso.
La domanda è sorta spontanea: "Dov'è la mamma?", gli ho chiesto.
"La mamma non c'è, è in ufficio".
Ci sono rimasta così male che il nano, mosso a compassione, mi ha regalato un altro disegno, solo io e lui, amorevolmente senza un capello in testa.
Parità
Non penso di aver mai creduto alla parità dei sessi ma, se così fosse, chiedo scusa: anche io sono stata giovane e ingenua.
La parità tra uomini e donne non esiste.
Non esiste nel mondo del lavoro: nessun uomo si sentirà mai chiedere a un colloquio se ha intenzione di procreare (eppure, spesso consapevolmente, lo fanno anche loro!), per nessun uomo la fertilità sarà mai un handicap nel curriculum.
Non esiste nella società, dove un uomo che fa tante conquiste è un playboy da invidiare mentre una donna che fa altrettanto... beh è chiaramente una facile. E se mette la minigonna e qualcuno si spinge troppo oltre, anche senza il suo consenso... che ti aspettavi? È evidente che te la sei cercata!
Non esiste a casa, perché non ho mai visto nessun papà sentirsi in colpa mentre va a una partita di calcetto, mentre ho visto tantissime mamme andare in piscina, in palestra o a correre (sempre che trovino il tempo per farlo) quasi vergognandosi di rubare del tempo alla propria famiglia.
Solo le mamme conoscono il contenuto di tutti i cassetti della casa, del diario di scuola e della cartella, i nomi dei compagni di classe e dei rispettivi genitori. Registrano le date di feste di compleanno, visite mediche e gare sportive. Fanno liste su liste: della spesa, delle penne e dei quaderni da comprare, del materiale da portare a scuola per il laboratorio, delle cose da fare e da non dimenticare.
Le mamme sono delle schiappe alla Playstation ma conoscono meglio di chiunque altro le taglie, i numeri di piede, le malattie esantematiche e i vaccini fatti dai propri figli, oltre ai loro gusti e alle loro preferenze.
A volte non sanno nascondere la stanchezza, e piangono di nascosto dopo averli messi a letto, mentre raccolgono ancora un calzino e un giocattolo.
La parità tra uomini e donne non esiste.
Non esiste nel mondo del lavoro: nessun uomo si sentirà mai chiedere a un colloquio se ha intenzione di procreare (eppure, spesso consapevolmente, lo fanno anche loro!), per nessun uomo la fertilità sarà mai un handicap nel curriculum.
Non esiste nella società, dove un uomo che fa tante conquiste è un playboy da invidiare mentre una donna che fa altrettanto... beh è chiaramente una facile. E se mette la minigonna e qualcuno si spinge troppo oltre, anche senza il suo consenso... che ti aspettavi? È evidente che te la sei cercata!
Non esiste a casa, perché non ho mai visto nessun papà sentirsi in colpa mentre va a una partita di calcetto, mentre ho visto tantissime mamme andare in piscina, in palestra o a correre (sempre che trovino il tempo per farlo) quasi vergognandosi di rubare del tempo alla propria famiglia.
Solo le mamme conoscono il contenuto di tutti i cassetti della casa, del diario di scuola e della cartella, i nomi dei compagni di classe e dei rispettivi genitori. Registrano le date di feste di compleanno, visite mediche e gare sportive. Fanno liste su liste: della spesa, delle penne e dei quaderni da comprare, del materiale da portare a scuola per il laboratorio, delle cose da fare e da non dimenticare.
Le mamme sono delle schiappe alla Playstation ma conoscono meglio di chiunque altro le taglie, i numeri di piede, le malattie esantematiche e i vaccini fatti dai propri figli, oltre ai loro gusti e alle loro preferenze.
A volte non sanno nascondere la stanchezza, e piangono di nascosto dopo averli messi a letto, mentre raccolgono ancora un calzino e un giocattolo.
Compleanno
"Buongiorno nano! E buon compleanno!"
"È il mio compleanno? Già adesso?"
Interviene dispettoso il nano grande: "Veramente no, sei nato di sera, devi aspettare"
Il nano piccolo è ancora più confuso: "E com'è che adesso non ho più 3 anni, ma 4?"
Eh... com'è... È che cresci, tanto veloce che non me ne accorgo. Che adesso sai contare dritto e alla rovescia, impari a vestirti e svestirti da solo e non hai più bisogno di aiuto per lavarti i denti e le mani.
Cresci buffo e dolce, divertente e capriccioso, testardo e tenero, ancora morbido da stringere e baciare. Tuo fratello non vuole già più che lo tenga per mano quando lo accompagno a scuola, tu ancora mi concedi questo privilegio.
Mi chiedi le coccole, e fartele è una coccola anche per me, per la mia paura di non esserci abbastanza.
"È il mio compleanno? Già adesso?"
Interviene dispettoso il nano grande: "Veramente no, sei nato di sera, devi aspettare"
Il nano piccolo è ancora più confuso: "E com'è che adesso non ho più 3 anni, ma 4?"
Eh... com'è... È che cresci, tanto veloce che non me ne accorgo. Che adesso sai contare dritto e alla rovescia, impari a vestirti e svestirti da solo e non hai più bisogno di aiuto per lavarti i denti e le mani.
Cresci buffo e dolce, divertente e capriccioso, testardo e tenero, ancora morbido da stringere e baciare. Tuo fratello non vuole già più che lo tenga per mano quando lo accompagno a scuola, tu ancora mi concedi questo privilegio.
Mi chiedi le coccole, e fartele è una coccola anche per me, per la mia paura di non esserci abbastanza.
Si ricomincia
Lunedì si ricomincia. Il nano piccolo alla materna, io al lavoro e il nano grande, in attesa dell'inizio della scuola, al centro estivo di tennis. Tutti sistemati, tutti organizzati come soldatini perché si sa, l'organizzazione è tutto, e l'improvvisazione è un lusso che non mi posso concedere.
E così tornerò a essere la solita mamma assente, che la mattina esorta i nani assonnati a buttarsi giù dal letto e a lavarsi i denti anziché fare le boccacce allo specchio. A mettere le scarpe, ve lo ho già detto dieci minuti fa, non tirate fuori i giochi che non è il momento, dobbiamo uscire se no la mamma fa tardi al lavoro.
Quella che la sera arriva con le buste della spesa, chiede "come state?" e "cosa avete fatto di bello?" ma si perde metà della risposta perché è già in cucina mentre il cervello si è incagliato nella lista di quello che deve comprare in cartoleria prima dell'inizio della scuola, il regalo da fare per la festa di compleanno dell'amichetta e il certificato medico per la piscina.
E un'ondata di panico la assale perché non ha segnato la prossima visita dalla pediatra e se la buca sarà la terza figuraccia.
La solita mamma sempre di corsa, quella che va bene la storia del tempo di qualità... ma in fondo anche un po' di quantità in più non mi farebbe schifo.
E così tornerò a essere la solita mamma assente, che la mattina esorta i nani assonnati a buttarsi giù dal letto e a lavarsi i denti anziché fare le boccacce allo specchio. A mettere le scarpe, ve lo ho già detto dieci minuti fa, non tirate fuori i giochi che non è il momento, dobbiamo uscire se no la mamma fa tardi al lavoro.
Quella che la sera arriva con le buste della spesa, chiede "come state?" e "cosa avete fatto di bello?" ma si perde metà della risposta perché è già in cucina mentre il cervello si è incagliato nella lista di quello che deve comprare in cartoleria prima dell'inizio della scuola, il regalo da fare per la festa di compleanno dell'amichetta e il certificato medico per la piscina.
E un'ondata di panico la assale perché non ha segnato la prossima visita dalla pediatra e se la buca sarà la terza figuraccia.
La solita mamma sempre di corsa, quella che va bene la storia del tempo di qualità... ma in fondo anche un po' di quantità in più non mi farebbe schifo.
Ben tornata
Dopo 10 giorni di meravigliose ferie, in montagna con marito e nani, si torna a casa...
I nani non hanno dato un colpo di tosse né uno starnuto, certo l'aria di montagna fa bene, ma è bastato tornare in città per nasi tappati e allergia.
Il rientro al lavoro è come sempre tragico: ricominciano gli incastri, gli orari serrati, il nervoso, le quasi 500 email arretrate da smaltire, i rimproveri per richieste che avevi già evaso 3 mesi fa ma nessuno ci ha fatto caso.
Manca però la ciliegina sulla torta, un piano diabolico programmato alla perfezione: la febbre del nano piccolo, il lunedì mattina, il primo giorno di lavoro dopo le ferie.
Ben tornata!
I nani non hanno dato un colpo di tosse né uno starnuto, certo l'aria di montagna fa bene, ma è bastato tornare in città per nasi tappati e allergia.
Il rientro al lavoro è come sempre tragico: ricominciano gli incastri, gli orari serrati, il nervoso, le quasi 500 email arretrate da smaltire, i rimproveri per richieste che avevi già evaso 3 mesi fa ma nessuno ci ha fatto caso.
Manca però la ciliegina sulla torta, un piano diabolico programmato alla perfezione: la febbre del nano piccolo, il lunedì mattina, il primo giorno di lavoro dopo le ferie.
Ben tornata!
Telefonate
Le Maestre lo sanno che quando vediamo comparire sullo schermo del cellulare il numero della scuola o dell'asilo ci bastano pochi secondi per visualizzare immagini che nemmeno Sky TG 24 quando si collegano dal luogo di una catastrofe.
Ruzzoloni dalle scale, bocconi di traverso, influenze vomitose e broncospasmi sono gli scenari più ottimistici. Fino ad arrivare a crolli del tetto ed epidemie varie, e interventi di NAS e RIS.
Le maestre lo sanno, per questo dopo l'esordio di rito, "Signora sono la maestra del nano", la prima cosa che dicono, ancora prima di buongiorno, è quella frase che ti fa ricominciare a respirare: "Non è successo niente".
Mi scusi, Maestra, se ho dimenticato di firmare l'avviso sul diario, e grazie per non avermi lasciato in apnea troppo a lungo.
Ruzzoloni dalle scale, bocconi di traverso, influenze vomitose e broncospasmi sono gli scenari più ottimistici. Fino ad arrivare a crolli del tetto ed epidemie varie, e interventi di NAS e RIS.
Le maestre lo sanno, per questo dopo l'esordio di rito, "Signora sono la maestra del nano", la prima cosa che dicono, ancora prima di buongiorno, è quella frase che ti fa ricominciare a respirare: "Non è successo niente".
Mi scusi, Maestra, se ho dimenticato di firmare l'avviso sul diario, e grazie per non avermi lasciato in apnea troppo a lungo.
Giudizi da supermercato
Le mie preferite sono quelle a cui basta uno sguardo per inquadrarti e giudicarti, senza mai assolverti. Non sanno niente di te e della tua vita. Non sanno se passi 10 ore al giorno lontana da casa con una borsa piena di senso di colpa, né se stai sveglia fino a tardi per mandare tuo figlio all'asilo col grembiule pulito e stirato, per vederlo tornare indietro meno di 24 ore dopo pieno di pennarello indelebile. O se la sera, invece di buttarti sul divano, cuoci le zucchine al vapore per nasconderle in una torta salata, perché altrimenti i nani non le mangiano.
No. Loro intercettano un dettaglio, ne basta uno... e capiscono TUTTO. Quando ti incrociano tra le corsie del supermercato e intercettano nel tuo carrello una crostata già fatta o il minestrone surgelato, come minimo ti becchi uno sguardo di disapprovazione. Non importa che la tua pasta frolla sia talmente poco simile alla vera pasta frolla che ti viene voglia di cestinarla ancora prima di provare a farla a striscioline per una crostata casalinga, e preferisca ripiegare su quelle industriali. Non importa che la busta di minestrone che hai preso dal freezer contenga più varietà di verdure di quelle che sapresti trovare dall'ortofrutta e contengano insieme tutto l'alfabeto delle vitamine. No! LORO comprano le verdure di stagione fresche e le sminuzzano una per una, mentre tu pensi a quante cose riusciresti a fare in quello stesso tempo. E naturalmente ti senti in colpa a preferire una mezz'ora dall'estetista invece che in mezzo a una montagna di ortaggi.
Quando scherzi sulla tua scarsa vita mondana, sul tuo poco tempo libero, in un attimo diventi la peggior madre dell'anno: loro non abbandonerebbero mai marito e prole per una serata con le amiche, una fugace parentesi priva di macchinine calpestate a ogni passo e nasi da soffiare a oltranza, dove sentirti chiamare con il tuo nome, invece che "mamma" con una frequenza di duecento volte al minuto.
A loro basta vedere una foto dei muffin alla Nutella che hai preparato coi nani per cogliere la tua inadeguatezza nel ruolo di madre. Perché in quella foto non vedono il divertimento di un pomeriggio passato insieme a pasticciare in cucina... ma il temibile odio di palma che sterminerà il mondo.
Ora, io non so quanto possa essercene in jn cucchiaino di Nutella, ma so che, una volta sfornati, i muffin perderanno rapidamente il loro fascino... e me li scofanerò tutti io, olio di palma compreso. Non per salvare la vita ai miei figli, ma per banale golosità.
E che madre incosciente sono, per fermarmi al ritorno da un viaggio al McDrive.
"Ma lo sai cosa c'è dentro i nuggets di pollo?"
Secondo me il pollo... ma se c'è dell'altro non voglio saperlo. Preferisco godermi lo sguardo estasiato dei nani davanti al primo Happy Meal della loro vita. Non sarà di certo sano, ma dopo tutto "semel in anno licet insanire"!
No. Loro intercettano un dettaglio, ne basta uno... e capiscono TUTTO. Quando ti incrociano tra le corsie del supermercato e intercettano nel tuo carrello una crostata già fatta o il minestrone surgelato, come minimo ti becchi uno sguardo di disapprovazione. Non importa che la tua pasta frolla sia talmente poco simile alla vera pasta frolla che ti viene voglia di cestinarla ancora prima di provare a farla a striscioline per una crostata casalinga, e preferisca ripiegare su quelle industriali. Non importa che la busta di minestrone che hai preso dal freezer contenga più varietà di verdure di quelle che sapresti trovare dall'ortofrutta e contengano insieme tutto l'alfabeto delle vitamine. No! LORO comprano le verdure di stagione fresche e le sminuzzano una per una, mentre tu pensi a quante cose riusciresti a fare in quello stesso tempo. E naturalmente ti senti in colpa a preferire una mezz'ora dall'estetista invece che in mezzo a una montagna di ortaggi.
Quando scherzi sulla tua scarsa vita mondana, sul tuo poco tempo libero, in un attimo diventi la peggior madre dell'anno: loro non abbandonerebbero mai marito e prole per una serata con le amiche, una fugace parentesi priva di macchinine calpestate a ogni passo e nasi da soffiare a oltranza, dove sentirti chiamare con il tuo nome, invece che "mamma" con una frequenza di duecento volte al minuto.
A loro basta vedere una foto dei muffin alla Nutella che hai preparato coi nani per cogliere la tua inadeguatezza nel ruolo di madre. Perché in quella foto non vedono il divertimento di un pomeriggio passato insieme a pasticciare in cucina... ma il temibile odio di palma che sterminerà il mondo.
Ora, io non so quanto possa essercene in jn cucchiaino di Nutella, ma so che, una volta sfornati, i muffin perderanno rapidamente il loro fascino... e me li scofanerò tutti io, olio di palma compreso. Non per salvare la vita ai miei figli, ma per banale golosità.
E che madre incosciente sono, per fermarmi al ritorno da un viaggio al McDrive.
"Ma lo sai cosa c'è dentro i nuggets di pollo?"
Secondo me il pollo... ma se c'è dell'altro non voglio saperlo. Preferisco godermi lo sguardo estasiato dei nani davanti al primo Happy Meal della loro vita. Non sarà di certo sano, ma dopo tutto "semel in anno licet insanire"!
Donne e motori
Come nel più classico dei luoghi comuni, non c’è grande
affinità tra me e i motori, di qualunque tipo essi siano.
Guido il motorino da quando ho 15 anni (più di metà della
mia vita… sigh!) ma non so che cosa sia una cinghia e mi dimentico un tagliando
su due. Non potrei farne a meno, odiando il traffico e i parcheggi, e non vedo l’ora di poterci portare anche il
nano piccolo, che guarda con invidia il nano grande ogni volta che ci sale, col
suo casco rosso pieno di adesivi.
Con la macchina è ancora peggio: ho preso la patente
alla maggiore età ma mi sono dotata di un mezzo a quattro ruote solo perché
obbligata dal primo pancione.
Quando si è trattato di cambiare lo scooter, per sopraggiunti limiti di età, non mi
sono minimamente posta il problema di sceglierlo: ne ho ricomprato uno
identico, anche del medesimo colore del precedente.
Quando ho dovuto cambiare
la macchina, soltanto perché la mia aveva smesso di accendersi e riparlarla non
avrebbe avuto alcun senso, ho chiesto aiuto a mio marito, fornendogli queste
precise indicazioni: 5 porte, freni, aria condizionata e autoradio.
E che sia corta, visto che non sono brava a parcheggiare!
Adesso tocca a lui cambiare macchina, e a cena si parla di cilindrate,
modelli, marche...
I nani sono più partecipi di me.
Una volta capito che i
cavalli non sono i quadrupedi che avevano in mente, hanno
iniziato a chiedere a gran voce una Ferrari.
Si sono dovuti rassegnare al fatto
che, oltre che leggermente fuori budget, una due posti sia un po’ scomoda per una famiglia
di 4 persone… ma il nano grande ha risposto che due posti per lui e il papà ci
sono, io e il nano piccolo possiamo sempre andare in autobus!
Se proprio non può essere una testa rossa, perché non
prendere comunque una macchina rossa e dipingerci due belle fiamme sulle
fiancate?
A me basta un bagagliaio capiente, di qualunque colore!
Non ho niente da mettere
Non importa se siete maniache dello shopping o soffrite di claustrofobia anche in camerino di 16 metri quadrati. Non importa se lasciate lo stipendio di un mese in un giro di saldi o se sostituite i jeans solo quando i buchi sono più delle tasche, e con un modello identico, soltanto più nuovo e integro. Non importa se seguite le ultime tendenze o vi vestite allo stesso modo dalla prima liceo.
Prima o poi arriva per tutte quel fatidico momento. Sì, quello in cui diciamo - ovviamente mentendo - "non ho niente da mettere".
Davanti all'armadio, con lo sguardo che scorre sulle grucce come un body scanner di quelli che si vedono solo nei film, passiamo in rassegna tutto il guardaroba nella speranza che magicamente esca Nigel dal Diavolo veste Prada a soddisfare il nostro disperato bisogno di Chanel.
Mentre gli istanti scorrono e la scelta si fa più pressante, mentre i bambini, già pronti e vestiti, a ogni minuto che passa rischiano di trasformarsi da piccoli Lord a trovatelli o Arlecchini coperti di pennarelli, arriva immancabilmente il consiglio non richiesto. Arriva colui che può vantarsi di avere due pargoli senza doversi anche vantare di aver smaltito QUASI tutti i kg presi in gravidanza.
Colui che non ha mai sentito parlare di pancera e pantaloni premaman, e che se non riesce ad allacciare i pantaloni è soltanto perché una sera ha mangiato o bevuto troppo, ma l'indomani mattina tornerà come prima senza alcuno sforzo.
Colui che immancabilmente ti dice "perché non metti quel vestito che ti stava così bene?"
E tu vorresti incenerirlo mentre immancabilmente indica quello che era il tuo vestito preferito prima che la tua pancia si gonfiasse e sgonfiasse come un palloncino, e gli addominali fossero solo un lontano ricordo. Prima che i collant ti incidessero i rotolini sui fianchi e quando i bottoni dei jeans erano un normale accessorio e non una sfida.
Quel vestito che sì, ti stava effettivamente bene 7 anni e 2 figli fa, e che continua a stazionare nell'armadio in attesa che ti rassegni al fatto che non ci entrerai più.
Prima o poi arriva per tutte quel fatidico momento. Sì, quello in cui diciamo - ovviamente mentendo - "non ho niente da mettere".
Davanti all'armadio, con lo sguardo che scorre sulle grucce come un body scanner di quelli che si vedono solo nei film, passiamo in rassegna tutto il guardaroba nella speranza che magicamente esca Nigel dal Diavolo veste Prada a soddisfare il nostro disperato bisogno di Chanel.
Mentre gli istanti scorrono e la scelta si fa più pressante, mentre i bambini, già pronti e vestiti, a ogni minuto che passa rischiano di trasformarsi da piccoli Lord a trovatelli o Arlecchini coperti di pennarelli, arriva immancabilmente il consiglio non richiesto. Arriva colui che può vantarsi di avere due pargoli senza doversi anche vantare di aver smaltito QUASI tutti i kg presi in gravidanza.
Colui che non ha mai sentito parlare di pancera e pantaloni premaman, e che se non riesce ad allacciare i pantaloni è soltanto perché una sera ha mangiato o bevuto troppo, ma l'indomani mattina tornerà come prima senza alcuno sforzo.
Colui che immancabilmente ti dice "perché non metti quel vestito che ti stava così bene?"
E tu vorresti incenerirlo mentre immancabilmente indica quello che era il tuo vestito preferito prima che la tua pancia si gonfiasse e sgonfiasse come un palloncino, e gli addominali fossero solo un lontano ricordo. Prima che i collant ti incidessero i rotolini sui fianchi e quando i bottoni dei jeans erano un normale accessorio e non una sfida.
Quel vestito che sì, ti stava effettivamente bene 7 anni e 2 figli fa, e che continua a stazionare nell'armadio in attesa che ti rassegni al fatto che non ci entrerai più.
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