Lo so che in questo periodo tutti scrivono a Babbo Natale, io invece voglio scrivere a Darwin.
Sì, Darwin, non quello di "Ciao Darwin", quello vero, il biologo che si trova nelle enciclopedie e sui libri, e che oltre un secolo fa ci ha lasciati con una delle teorie più famose della storia.
Caro Charles, Charlie se me lo consenti... parliamone. Sei ancora così sicuro della tua teoria?
No, perché - non so se dove ti trovi adesso sei aggiornato e, soprattutto, se hai accesso a Facebook - qui altro che evoluzione della specie!
Qui siamo in piena regressione: terrapiattisti, no-vax, analfabeti sebbene la scuola, almeno fino a una certa età, sia divenuta obbligatoria.
Gente che la H la mette più sulle scarpe che nelle forme verbali, lasciamo stare poi la differenza tra accento e apostrofo che si va troppo per il sottile.
Non solo esistono ma si riproducono e, ancora peggio, fanno di tutto per mettersi in mostra. Si sentono quasi in dovere di esprimere opinioni prive di qualsiasi competenza.
Ti sembra evoluzione, questa?
Ma poi quella storia, mio caro Charlie, che nella lotta per la sopravvivenza hanno la meglio gli individui più adatti, cioè quelli che meglio sfruttano le risorse disponibili... hai visto le mamme di oggi? Quelle che sembrano una via di mezzo tra Mary Poppins, Crudelia Demon e il Bianconiglio di Alice, sempre di corsa, piene di buone intenzioni ma in debito di tempo, se non di ossigeno? (Forse il riferimento a Walt Disney non è appropriato, visto che è nato dopo di te, ma spero di aver reso l'idea).
Com'è possibile, secondo la tua teoria dell'evoluzione, che noi mamme non siamo ancora in grado di farci bastare un paio d'ore di sonno a notte?
Sopravvivere, sopravviviamo, per carità... è il "come" il problema.
Mamma in trasferta
Ogni anno, a novembre, l'azienda per cui lavoro organizza un grosso convegno di cui, in parte, mi occupo. Ogni anno so che, per quel convegno, dovrò indossare un tailleur nero, non importa se gonna o pantalone.
Ogni anno, la sera prima (o due...), tiro giù dal ripiano più alto dell'armadio i miei tailleur, rimandando fino all'ultimo quel momento di depressione in cui li provo e chiudendoli sento tirare bottoni e cerniera.
Lo so, dovrei dimagrire per tornare al peso pre-nani. Lo so, dovrei risparmiare per comprarmi un completo nuovo.
Ma ogni anno la scena si ripete. E mi viene il senso di colpa per quel Kitkat che non avrei dovuto rubare al nano grande una volta andato a dormire. O per le patatine che ho condiviso con il nano piccolo.
Per fortuna il girovita non proprio esile è nascosto dalla giacca, che non posso togliere mai, a costo di morire di caldo.
A costo di litigare con l'addetta ai controlli della sicurezza all'aeroporto di Fiumicino.
Non me la tolgo la giacca, cara.
Posso togliere il giubbotto, le scarpe, la cintura, l'orologio... posso anche sfilarmi il reggiseno da una manica se il gancino fa suonare tutto come nella TAC. Ma non sfilo in mezzo a decine di passeggeri senza giacca e con la panza in vista.
Mai.
Devi portarmi via a forza o con le manette piuttosto che farmi mostrare a tutti le maniglie (dell'amore... per i dolci) che escono dai pantaloni.
Piuttosto mi faccio imbarcare con le valigie e faccio il viaggio in stiva.
Ogni anno, la sera prima (o due...), tiro giù dal ripiano più alto dell'armadio i miei tailleur, rimandando fino all'ultimo quel momento di depressione in cui li provo e chiudendoli sento tirare bottoni e cerniera.
Lo so, dovrei dimagrire per tornare al peso pre-nani. Lo so, dovrei risparmiare per comprarmi un completo nuovo.
Ma ogni anno la scena si ripete. E mi viene il senso di colpa per quel Kitkat che non avrei dovuto rubare al nano grande una volta andato a dormire. O per le patatine che ho condiviso con il nano piccolo.
Per fortuna il girovita non proprio esile è nascosto dalla giacca, che non posso togliere mai, a costo di morire di caldo.
A costo di litigare con l'addetta ai controlli della sicurezza all'aeroporto di Fiumicino.
Non me la tolgo la giacca, cara.
Posso togliere il giubbotto, le scarpe, la cintura, l'orologio... posso anche sfilarmi il reggiseno da una manica se il gancino fa suonare tutto come nella TAC. Ma non sfilo in mezzo a decine di passeggeri senza giacca e con la panza in vista.
Mai.
Devi portarmi via a forza o con le manette piuttosto che farmi mostrare a tutti le maniglie (dell'amore... per i dolci) che escono dai pantaloni.
Piuttosto mi faccio imbarcare con le valigie e faccio il viaggio in stiva.
Phon
Oggi, a quanto leggo, è la giornata della felicità. La mia giornata non è stata particolarmente felice, ma nemmeno tragica. Almeno fino alle e 23:30 quando, coi capelli fradici, il mio phon ha iniziato a emettere un suono sinistro e un odore di bruciato ancora più sinistro. Con la spazzola in mano e il terrore negli occhi ho dovuto arrendermi all'evidenza: si stava spegnendo per sempre.
Ci sono donne fortunate a cui basta un refolo d'aria per avere capelli perfetti come se li avesse acconciati Jean Louis David in persona. Io non sono tra queste!
I miei capelli sono ingestibili e anarchici, oltre che metereopatici come me. Né lunghi né corti, né ricci né lisci.
Quando viaggio per lavoro, metà del trolley è occupata da phon, spazzole e piastra. Certo, quasi tutti gli hotel sono dotati di asciugacapelli, ma riesco a fonderli dopo pochi minuti, e senza il beccuccio poi non c'è piastra che tenga. Al naturale, rischio di sembrare Beyonce dopo una scarica elettrica... non che la mia piega sia degna di nota ma mi rende quanto meno presentabile.
Mi maledico per la mia superficialità: perché non ho in casa un phon di riserva?
Perché non c'è Amazon NOW oltre che Amazon Prime? Consegna entro 10 minuti dall'ordine... almeno per i beni di prima necessità come questo!
Per chiedere a una vicina è troppo tardi, per addurre la scusa del carnevale e uscire domani con bonghi e abbigliamento etnico, pure!
Certo se Max Gazzé e Niccolò Fabi decidessero di fare un tour insieme, come Renga/Pezzali/Nek, sarei la terza perfetta! Peccato solo che la mia voce sia peggio dei miei capelli...
Ci sono donne fortunate a cui basta un refolo d'aria per avere capelli perfetti come se li avesse acconciati Jean Louis David in persona. Io non sono tra queste!
I miei capelli sono ingestibili e anarchici, oltre che metereopatici come me. Né lunghi né corti, né ricci né lisci.
Quando viaggio per lavoro, metà del trolley è occupata da phon, spazzole e piastra. Certo, quasi tutti gli hotel sono dotati di asciugacapelli, ma riesco a fonderli dopo pochi minuti, e senza il beccuccio poi non c'è piastra che tenga. Al naturale, rischio di sembrare Beyonce dopo una scarica elettrica... non che la mia piega sia degna di nota ma mi rende quanto meno presentabile.
Mi maledico per la mia superficialità: perché non ho in casa un phon di riserva?
Perché non c'è Amazon NOW oltre che Amazon Prime? Consegna entro 10 minuti dall'ordine... almeno per i beni di prima necessità come questo!
Per chiedere a una vicina è troppo tardi, per addurre la scusa del carnevale e uscire domani con bonghi e abbigliamento etnico, pure!
Certo se Max Gazzé e Niccolò Fabi decidessero di fare un tour insieme, come Renga/Pezzali/Nek, sarei la terza perfetta! Peccato solo che la mia voce sia peggio dei miei capelli...
Giornate di ordinaria follia
Minuti contati, traffico, pioggia, notti insonni, mille nuovi input, sforzi di memoria, giornate troppo corte, gita dalla pediatra, congiuntivite/influenza/forse bronchite, la spesa, stirare, fare il bucato, preparare la cena e preparare in anticipo anche quella di domani, lavare i nasi, soffiare i nasi, pensare ai regali per la prossima festa di compleanno, tagliare le unghie, preparare lo zaino per la piscina, trovare il tempo per rendersi presentabile... va beh, a questo rinuncio.
Mamma controlliamo se le figu sono doppie, mamma ho finito mi pulisci?, mamma ho sete, mamma ho finito la colla, mamma non trovo le forbici, mamma guarda l'avviso sul diario, oh no la settimana prossima un altro sciopero, casualmente di venerdì!
Mamma controlliamo se le figu sono doppie, mamma ho finito mi pulisci?, mamma ho sete, mamma ho finito la colla, mamma non trovo le forbici, mamma guarda l'avviso sul diario, oh no la settimana prossima un altro sciopero, casualmente di venerdì!
Topolino
Ieri il nano grande ha perso il primo dente da latte. Quando sono andata a prenderlo a scuola, mi ha mostrato fiero il prezioso reperto avvolto in un fazzoletto di carta, felice di aver deliziato i compagni e movimentato il pranzo in mensa con la scena splatter della caduta: finalmente anche lui poteva vantare un sorriso "con finestra".
Io ero soprattutto felice di non dover più assistere a dimostrazioni di dondolamento - "Mamma guarda come si muove" - visto che mi fa senso e con due figli mi toccherà circa una quarantina di volte...
Il topolino ha fatto il suo dovere: durante la notte ha lasciato sotto il cuscino due monete in cambio del dentino caduto. In realtà il baratto è stato solo apparente... perché il dentino riposto con cura sotto il cuscino non è stato più ritrovato. A nulla è servita la ricerca munita di torcia e il semi-ribaltamento del materasso su letto a castello con nano dormiente sopra.
Questa mattina, all'entrata di scuola, i compagni di classe hanno chiesto aggiornamenti sul passaggio del topolino, ma la somma lasciata ha suscitato una certa insoddisfazione negli amici veterani di denti caduti.
Considerato che ai miei tempi c'era ancora la lira, ignoravo il budget corrente dei topolini, ma a quanto pare sotto i 5€ fanno la figura dei taccagni, senza considerare i roditori che portano addirittura un regalo per dente!
Hai voglia a spiegare la crisi, la spending review... dopo le promesse della recente campagna elettorale, il reddito di topolinanza e i bonus da 80€ al mese, il topolino che ne lascia solo 2 fa brutta figura... e da Topo Tip a Topo Tirchio è un attimo!
Io ero soprattutto felice di non dover più assistere a dimostrazioni di dondolamento - "Mamma guarda come si muove" - visto che mi fa senso e con due figli mi toccherà circa una quarantina di volte...
Il topolino ha fatto il suo dovere: durante la notte ha lasciato sotto il cuscino due monete in cambio del dentino caduto. In realtà il baratto è stato solo apparente... perché il dentino riposto con cura sotto il cuscino non è stato più ritrovato. A nulla è servita la ricerca munita di torcia e il semi-ribaltamento del materasso su letto a castello con nano dormiente sopra.
Questa mattina, all'entrata di scuola, i compagni di classe hanno chiesto aggiornamenti sul passaggio del topolino, ma la somma lasciata ha suscitato una certa insoddisfazione negli amici veterani di denti caduti.
Considerato che ai miei tempi c'era ancora la lira, ignoravo il budget corrente dei topolini, ma a quanto pare sotto i 5€ fanno la figura dei taccagni, senza considerare i roditori che portano addirittura un regalo per dente!
Hai voglia a spiegare la crisi, la spending review... dopo le promesse della recente campagna elettorale, il reddito di topolinanza e i bonus da 80€ al mese, il topolino che ne lascia solo 2 fa brutta figura... e da Topo Tip a Topo Tirchio è un attimo!
Ricatto morale
L'ennesima giornata passata a farsi una panciata di nervoso al lavoro, l'ennesimo rientro a casa trafelato, col pensiero già alla cameretta da mettere a posto - un tappeto di peluche e macchinine -, alla cena da preparare e ai nuovi promemoria da inserire nella agenda del telefono: chiamare la pediatra, andare in farmacia, aggiornare la lista della spesa perché manca il detersivo per il bucato, ritirare il bucato asciutto, o quello che il vento non si è portato via...
In casa, oltre ai bambini, mi aspetta la nonna-meno-male-che-c'è.
Ama i miei nani come fossero figli suoi, concedendo loro tutto ciò che alle sue figlie non ha mai concesso (pure troppo!).
Pensi che vi darete il cambio, potrai lanciare le scarpe e magari per una volta evitare i commenti sugli asciugamani fuori posto e quell'alone di polvere sulla tv (sì, lo so che i nani sono allergici... proprio per questo sono 7 anni che chiedo di non regalargli peluche, senza alcun risultato).
E invece no, aspetta che io dica ai bambini di mettere in ordine per rispondere - lei - "ma no, stanno giocando, lo farai dopo".
Si intromette se sgrido il nano grande per una nota, ok... è collettiva e ha soltanto "fatto lo sciocco coi compagni mentre usciva da mensa" e al mio "stasera niente tv" parte con una arringa alla Perry Mason in sua difesa.
Sante nonne, guai se non ci fossero, ma quanto vorrei poter dire "grazie di tutto, ciao" e riappropriarmi della mia casa e della mia famiglia senza per questo sentirmi rinfacciare il suo aiuto, senza le minacce di lasciarmi a piedi.
Ogni tanto vorrei potermi permettere una persona che si adegui alle mie regole e valori, senza dovermi sempre sottomettermi alle critiche e al ricatto.
In casa, oltre ai bambini, mi aspetta la nonna-meno-male-che-c'è.
Ama i miei nani come fossero figli suoi, concedendo loro tutto ciò che alle sue figlie non ha mai concesso (pure troppo!).
Pensi che vi darete il cambio, potrai lanciare le scarpe e magari per una volta evitare i commenti sugli asciugamani fuori posto e quell'alone di polvere sulla tv (sì, lo so che i nani sono allergici... proprio per questo sono 7 anni che chiedo di non regalargli peluche, senza alcun risultato).
E invece no, aspetta che io dica ai bambini di mettere in ordine per rispondere - lei - "ma no, stanno giocando, lo farai dopo".
Si intromette se sgrido il nano grande per una nota, ok... è collettiva e ha soltanto "fatto lo sciocco coi compagni mentre usciva da mensa" e al mio "stasera niente tv" parte con una arringa alla Perry Mason in sua difesa.
Sante nonne, guai se non ci fossero, ma quanto vorrei poter dire "grazie di tutto, ciao" e riappropriarmi della mia casa e della mia famiglia senza per questo sentirmi rinfacciare il suo aiuto, senza le minacce di lasciarmi a piedi.
Ogni tanto vorrei potermi permettere una persona che si adegui alle mie regole e valori, senza dovermi sempre sottomettermi alle critiche e al ricatto.
Come mi ricorderanno?
I nani hanno ormai un'età in cui i ricordi si archiviano nella loro memoria. Che cosa ricorderanno di me, quando saranno grandi?
I miei ripetuti
lavate i denti/la faccia/le mani, state composti a tavola, non gridate, non litigate. I miei sbrigatevi ogni mattina, mettetevi le scarpe, datemi la mano per attraversare la strada.
Non ricorderanno le ore di sonno perse, i cambi di lenzuola notturni in caso di "incidenti", il tempo trascorso chinata a raccogliere giocattoli (e, spero, nemmeno le imprecazioni quando un mio piede scalzo finisce su un pezzo di Lego).
Come mi ricorderanno? Come una mamma sempre di corsa, sempre impegnata a non perdere qualche pezzo... o qualche neurone!
Non ricorderanno una mamma che aspetta che dormano per concedersi una doccia, che va a toccargli la fronte cento volte quando non stanno bene, che la sera prepara la cartella e stira il grembiule. Che sopporta le chat di classe e fa shopping solo per loro.
Spero che tra i ricordi ci sarà qualche bacio, qualche abbraccio e qualche sorriso, e le risate, anche se le mie non possono competere con le loro, con quel suono argentino che esplode e non si ferma e fa venire le lacrime agli occhi e il mal di pancia. Spero che tra i ricordi ci sia sempre il mio amore per loro, e che sia sufficiente a mettere in secondo piano gli sbagli.
I miei ripetuti
lavate i denti/la faccia/le mani, state composti a tavola, non gridate, non litigate. I miei sbrigatevi ogni mattina, mettetevi le scarpe, datemi la mano per attraversare la strada.
Non ricorderanno le ore di sonno perse, i cambi di lenzuola notturni in caso di "incidenti", il tempo trascorso chinata a raccogliere giocattoli (e, spero, nemmeno le imprecazioni quando un mio piede scalzo finisce su un pezzo di Lego).
Come mi ricorderanno? Come una mamma sempre di corsa, sempre impegnata a non perdere qualche pezzo... o qualche neurone!
Non ricorderanno una mamma che aspetta che dormano per concedersi una doccia, che va a toccargli la fronte cento volte quando non stanno bene, che la sera prepara la cartella e stira il grembiule. Che sopporta le chat di classe e fa shopping solo per loro.
Spero che tra i ricordi ci sarà qualche bacio, qualche abbraccio e qualche sorriso, e le risate, anche se le mie non possono competere con le loro, con quel suono argentino che esplode e non si ferma e fa venire le lacrime agli occhi e il mal di pancia. Spero che tra i ricordi ci sia sempre il mio amore per loro, e che sia sufficiente a mettere in secondo piano gli sbagli.
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