Conto alla rovescia

La mia vita è un conto alla rovescia.
Inizio subito dopo la prima colazione: conto alla rovescia per il pranzo (non per niente, il nano piccolo, nel classico pensierino dal titolo "La Mamma", mi aveva descritta così: Mia mamma si chiama Silvia, lavora in ufficio, scrive al computer e mangia sempre).

Dopo il pranzo inizia il conto alla rovescia per uscire dall'ufficio.

Il lunedì mattina inizia il conto alla rovescia per arrivare al venerdì sera, sempre sperando di non lavorare nel week end, altrimenti si passa direttamente alla settimana successiva.

Dalla fine della scuola inizio il conto alla rovescia per arrivare alle ferie, dall'Immacolata inizia quello per arrivare alle vacanze di Natale (che per me iniziano il 26 dicembre, superati indenne pranzi e cene di rito!).

Il conto alla rovescia non ha risparmiato neanche i nani: quello per la fine delle coliche, puntuali come la morte e le tasse (ma ahimè, senza vedere comparire Joe Black); quello per la fine dei pianti per la dentizione; quello per la fine delle notti insonni (2 anni cadauno) e, per un nano su due, quello per la fine dei piatti lanciati dal seggiolone durante lo svezzamento al ritmo di "no voio".

Ho fatto il conto alla rovescia anche per abbandonare una carrozzina, un mezzo di trasporto così comodo che soltanto Jason Momoa (o Hulk Hogan per le meno giovani, come me) sarebbero stati in grado di spostare, sollevare e piegare (lo so, avrei potuto acquistare un modello più maneggevole "ma questa l'hanno usata tutti i nipoti", vorrai mica interrompere una tradizione di sudore, imprecazioni e sorrisi forzati).

Ho perfino fatto il conto alla rovescia per poter andare in giro senza un bagaglio delle stesse dimensioni di quello di un week end da single alla SPA, ma con diverso contenuto: fasciatoio portatile, crema per le chiappette, pannolini di ricambio, salviette, ciuccio, portaciuccio...

E poi è arrivato il momento perfetto, quello in cui i nani rientravano entrambi nella fascia di età 2/11 anni. E avrei voluto fermarlo quel tempo, o fare "rewind" e riviverlo in loop, all'infinito.
Sempre solo il periodo "scuola materna/scuola primaria, ma senza pidocchi e bocca-mani-piedi. Abbastanza grandi da avere una certa autonomia, non troppo da snobbbare mamma e papà. 

Il periodo migliore di tutti, quando ancora non sono sicuri che Babbo Natale sia una bufala, anche se il sospetto inizia a farsi strada. Quando ancora camminano lascandosi tenere per mano. Quando ancora credono che la mamma e il papà abbiano la risposta a qualsiasi domanda, da "quanto pesa il nostro palazzo?" a "perché il mare è bagnato?".
Quando la felicità, per me, è essere noi quattro. Non importa a fare cosa: la spesa al supermercato, un giro in bici, una torta, mangiare la pizza, guardare un film, fare i compiti.

Prima che crescano troppo, e la mano già non me la danno più...


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