Oggi non sono una mamma trafelata. Oggi sono una mamma scarica, stanca e amareggiata.
Scarica per le energie spese senza arrivare a nulla, per le notti insonni a valutare pro e contro.
Stanca di consigli così banali e scontati quali "se non ti piace ciò che fai, cambia!"
In effetti è una soluzione ovvia, sulla carta. Ciò che non è altrettanto ovvio è la possibilità di farlo.
E non perché manchino le opportunità, ma perché mancano quelle accettabili.
Quelle che ti consentano di conciliare le cose. E le cose da conciliare fondamentalmente sono sempre le stesse: tutelare la propria salute la propria la salute, fisica e mentale, guadagnare più di quanto si spenderebbe di baby sitter, riuscire a gestire la famiglia, se hai avuto l'ardire di creartene una.
Amareggiata perché, dopo l'ultima possibilità (speranza) di cambiare accantonata per incompatibilità di orari e gestione familiare e conti che non tornano di cui sopra, mi sono resa conto che, se fossi un uomo, questi problemi non me li sarei nemmeno posti.
Non dovrei barattare il mio tempo con la mia soddisfazione professionale. Non dovrei preoccuparmi di chi sta con i bambini quando escono da scuola, di chi li porta a calcio/a tennis/a catechismo, di chi compra il regalo per l'amichetto che festeggia il compleanno, di chi compra il quaderno a righe che l'altro è finito, di chi compra il goniometro che la prof. ha detto che iniziamo a usarlo.
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