Sforzandomi di essere positiva come Pollyanna, e non soltanto al tampone, ma in realtà al solo scopo terapeutico di non tirare delle testate contro ogni spigolo a disposizione, ho cercato di trovare i lati positivi di questa quarantena (altrimenti detta immane rottura di sfere).
- A luglio le scuole sono chiuse e non c'è la dad, la did, la ddi o quello che è. Insomma, non devo sclerare dietro tablet e PC rischiano clamorose figuracce con le maestre ("perché non si sente un c...zo??" "Signora, noi la sentiamo!" "Benissimo maestra, grazie, mi volatilizzo").
- Non abbiamo voli aerei da prendere. Grazie al cielo, perché non ci avrebbero rimborsato il becco di un quattrino ...come si suol dire, oltre al danno, la beffa.
- Mancano ancora 3 settimane alla partenza per la montagna. Se per allora non saremo tutti negativi, è probabile che mi sarò già lanciata nel vuoto dal poggiolo, e la montagna sarà un pensiero superato dalle mie esequie.
- Lontani dall'acqua di mare e piscina, sfoghi, eritemi e cicatrici potranno finalmente guarire. Anche se tutto sommato potrei rivalutare quei meravigliosi cerotti impermeabili che si staccano dopo un minuto di doccia o si impregnano dopo un secondo in piscina, e di impermeabile hanno solo la scritta sulla confezione.
- Posso approfittarne per leggere un po' dei libri che formano la torre di Pisa sul mio comodino. O meglio, potrei ...se non dovessi lavorare da remoto, gestire due nani che sembrano leoni in gabbia e un marito che ha preso la residenza nel suo studio senza diritto di espatrio.
- Posso puntare la sveglia un'ora più tardi la mattina, non dovendo tirare giù dal letto i nani e accompagnarli al centro estivo prima di andare la lavoro (a dirla tutta, risparmio anche tempo per mettere le scarpe e vestirmi, potendo lavorare scalza, in calzoncini e maglietta).
Lo so, i "contro" sono molti di più, ma io non sono certo un genio in matematica, e basterà non enumerarli per non deprimermi. Meglio vedere il bicchiere mezzo piene, possibilmente di qualcosa di alcolico.
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