La Nanna

Prima di avere figli, "nanna" era per me soltanto un modo infantile per dire "dormire".
Con i nani ho invece imparato una nuova traduzione di questa parola: nanna è quell'oggetto indispensabile soprattutto in caso di nani urlanti per un ginocchio sbucciato o innervositi dalla stanchezza, e naturalmente per andare a dormire. La nanna è tanto importante per un piccolo nano quanto un BlackBerry per un uomo d'affari (o forse tablet... o iPhone? Temo di non essere una mamma moderna e tanto meno una donna d'affari...), insomma come la coperta per Linus!
La prima nanna del nano grande è stata un coniglietto di razza Ikea, il cui nome svedese è subito stato rimpiazzato da "Zilly"in onore della zia che glielo ha regalato (che ha un nome normale e non svedese, ma il nano lo ha storpiato così).
Il nano grande si calmava strofinandogli le orecchie e tuttora, che è pronto per la prima elementare, distingue i vari Zilly che ancora stazionano sul suo letto dal grado di ruvidità delle orecchie.
L'allevamento di conigli è cresciuto insieme alla mia ansia di rimanere senza. E così siamo arrivati ad averne 4: uno per l'asilo, uno per casa della nonna e due per casa nostra.
Ho imparato presto che una sola nanna non poteva bastare: l'ho imparato quando, in montagna, il giorno di Capodanno, il nano ha lasciato cadere Zilly dal passeggino... in una pozzanghera di neve e fango. L'ho lavato e asciugato con il phon al massimo, a costo di ustionarmi le dita, giusto in tempo per l'ora di andare a dormire... ma ho capito che dovevo avere una riserva!
Adesso che all'Ikea non si trovano più conigli, gli ultimi due esemplari dormono da soli, ma nessuno si sogna di metterli via o buttarli.
Il nano piccolo ha seguito le orme del fratello e siamo rimasti nel campo degli animali da cortile. Ha una pecora chiamata ufficialmente "Nanna" che viaggia in coppia con il ciuccio.
Credo di aver già raggiunto la dozzina di pecore acquistate, più della metà sono andate perse... ovviamente nel negozio di giocattoli (una catena con punti vendita in tutta Italia!) dove l'avevo trovata hanno smesso di venderla subito dopo che il nano piccolo se ne era innamorato. Ho recuperato qualche raro esemplare online (grazie Amazon!) ma la sera in cui siamo rimasti senza neanche una nanna (l'unica superstite era all'asilo... chiuso a quell'ora) anche la ricerca su internet sembrava più difficile di quella del Sacro Graal.
Dopo annunci su Facebook e ricerche disperate, il giorno successivo, mentre passiamo davanti alla vetrina del negozio accanto al portone di casa, il nano piccolo si ferma incantato e dice "Nanna!". 
"Sì amore, ora la mamma te la trova" sospiro...
Il nano piccolo insiste e indica. In vetrina ci sono ben DUE pecorelle!
Quando ho realizzato, avevo lo stesso sorriso di Audrey Hepburn davanti a Tiffany...
Naturalmente, dopo averle comprate, a casa della nonna è stata ritrovata una delle nanne smarrite! 

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