Tutto bene, signorina?

Crollo emotivo, esaurimento nervoso, attacco di panico... non so di cosa si tratti, non sono un medico, posso solo sperare che la tachicardia, il respiro affannato e le crisi di pianto passino al più presto, anche se so che non sarà così, se non prendo provvedimenti. 
Perché se chiusa a chiave in bagno posso dare sfogo al malessere che mi avvolge e mi soffoca, nessun segnale di debolezza può uscire fuori da quella porta.  
Perchè chi si ferma è perduto, e a poco servono i soliti banali consigli come "dai, riposati, lo farai domani", se significa che domani dovrò fare il doppio, o "perché non ti fai aiutare?" se non posso permettermelo, nemmeno in termini di tempo, se 4 giorni a settimana su 5 devo andare a recuperare i nani a calcio, a catechismo, dalla nonna, e l'unico giorno che avanza esco dal lavoro talmente tardi che trovo aperti solo i supermercati H24.
La parola d'ordine è resistere, a costo di avere gli occhi lucidi quando rispondi a una domanda tanto banale come "Come va?" posta da una mamma a una festa di compleanno, a costo di sorridere anche quando vorresti solo buttarti sul letto e spegnere la luce.
Fino a quando una mattina ti farmi a fare il pieno allo scooter e il benzinaio, con la premura e il tono dolce di un papà, mi chiede se la mia giacca non sia troppo leggera, visto che le temperature si sono bruscamente abbassate: "si copra, non è che prende freddo?"
E, scrutando il mio sguardo, osa aggiungere: "Va tutto bene, signorina?"
Grazie... in particolar modo per quel signorina, che aiuta sempre l'autostima.

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