Scossa

Ieri sera c'e stata una scossa di terremoto con epicentro molto vicino alla località dove mi trovo in vacanza per qualche giorno con marito e nani. La casa ha tremato per qualche secondo. Niente di grave, i quadri alle pareti sono rimasti storti ma non sono caduti. È stato come se la stanza fosse attraversata velocemente da una metropolitana invisibile. I nani dormivano e non si sono accorti di nulla. Io ho fissato mio marito con gli occhi spalancati di un coniglio che attraversa la strada e si vede puntare contro i fari di un auto: "che cosa è stato? Un terremoto?"
Come detto, è durato pochi attimi e senza alcuna conseguenza ma la sensazione che ha lasciato è stata di stupore e impotenza. E naturalmente il primo pensiero da mamma è stato quello di controllare che i bambini stessero ancora dormendo tranquilli. Ma, mi sono chiesta, che cosa avrei fatto se mi fossi trovata in una situazione più grave? Sarei riuscita a salvare i miei nani?
Mi sono chiesta come devono sentirsi quelle mamme che hanno sentito e sentono tremare la propria casa molto più a lungo e con conseguenze ben più gravi... per un terremoto o un bombardamento. E mi sono detta che, alla fine, in qualunque parte del mondo, di qualunque credo o religione fossero, avranno pensato la stessa cosa: "riuscirò a portare in salvo i miei bambini"?

Interrogativi estivi

Questa mattina, quando ho accompagnato il nano grande al Centro Estivo (proprio così: contrariamente alle raccomandazioni/rinfacci della nonna, non posso portare i nani un mese al mare e un mese in montagna, d'estate, dal momento che non ho le ferie né le risorse sufficienti), ho incrociato la mamma di una bimba che ha frequentato la scuola materna con lui, e l'ho salutata dicendole "Ciao". Non mi ha risposto, limitandosi a guardarmi per un attimo prima di girare i tacchi e andarsene.
Ho escluso problemi di udito, dal momento che ha conversato perfettamente con l'educatrice. Ho escluso anche problemi di vista, dal momento che l'ho vista compilare un modulo senza usare nemmeno gli occhiali.
Che non mi abbia riconosciuta? Ammetto di non essere una delle mamme più presenti che ci siano (appartengo alla deprecabile categoria delle "mamme-che-lavorano-a-tempo-pieno": non mi offro volontaria per la biblioteca, partecipo solo alle riunioni indispensabili, aiuto la rappresentante di classe solo perché è un'amica e mi affida compiti assolvibili in pausa pranzo o dopo le sette di sera...) però accompagno il nano all'asilo ogni mattina e lo vado a prendere due pomeriggi a settimana... e moltiplicati per 3 anni fanno un bel po' di volte in cui ci siamo viste.
Forse le ispiro antipatia, così a pelle senza conoscermi? Ci sta, è risaputo che io non abbia il migliore dei caratteri.
Non è l'unica tra l'altro. E non sono l'unica, a quanto ho sentito.
Mi terrò il dubbio, a meno di non fermarne una volta una a caso, salutarla e, in assenza di risposta, chiedere sfacciatamente: "Scusami, posso chiederti una cosa: non mi riconosci nonostante 3 anni di incroci nei corridoi dell'asilo, sei semplicemente svanita oppure irrimediabilmente maleducata?"