Spesso, quando vado a prendere il nano all'asilo, insiste per invitare qualche amico a giocare, e mi fa sempre piacere accontentarlo.
Oggi il suo amico E. lo ha invitato ad andare a casa sua ma ho dovuto rifiutare spiegando che avevo con me anche il nano piccolo e non avrei saputo dove metterlo.
E. ha trovato immediatamente la soluzione.
"Possiamo metterlo nel mio garage!"
Ringraziando, gli ho risposto che nei garage si mettono le macchine, non i bambini. E lui:
"Ma no... ci stanno una macchina e una moto, ci starà anche il passeggino!"
Rapporti di buon vicinato
Era solo questione di tempo. A tre mesi dal trasloco nella casa nuova, aspettavo il momento in cui sarebbero arrivate le lamentele dagli inquilini del piano di sotto.
E così è stato: la portinaia ha puntualmente riferito che la Signora X sente correre e rumore di oggetti che cadono.
Non avevo bisogno di questa conferma per raccomandarmi col nano ogni volta che si scatena. Oggi lo ho nuovamente ripreso e alla sua domanda "perché?" gli ho spiegato che la signora di sotto altrimenti ci sgrida.
"Mamma, ti ha già sgridato?"
"Sì, pulce"
"Ma non lo sa che i bambini corrono?"
E così è stato: la portinaia ha puntualmente riferito che la Signora X sente correre e rumore di oggetti che cadono.
Non avevo bisogno di questa conferma per raccomandarmi col nano ogni volta che si scatena. Oggi lo ho nuovamente ripreso e alla sua domanda "perché?" gli ho spiegato che la signora di sotto altrimenti ci sgrida.
"Mamma, ti ha già sgridato?"
"Sì, pulce"
"Ma non lo sa che i bambini corrono?"
Orecchio bionico
Ero convinta che tutte le mamme, indistintamente, al momento del parto venissero dotate dell'orecchio bionico: quello che ti consente, dalla cucina e con la lavatrice che centrifuga, di sentire il rumore dello sbadiglio del pargolo che dorme in camera da letto; quello che ti fa svegliare al minimo sospiro e colpo di tosse a qualunque ora e fuso orario. Quello, insomma, che ti rovina il sonno finché un'altra donna non sarà disposta ad ascoltare il dolce russare di tuo figlio.
Questa notte ho avuto la dimostrazione che non tutte le mamme hanno le stesse dotazioni di serie. La mia compagna di stanza qui in ospedale russa beatamente nonostante il suo bambino pianga da 33 minuti esatti (sembrano pochi ma non lo sono affatto) e "l'allarme" del saturimetro emetta da mezz'ora un bip prolungato e fastidioso che farebbe saltare i nervi anche a un monaco buddista in meditazione.
Forse è la famosa eccezione che conferma la regola.
Forse io dovrei studiare la meditazione buddista.
Questa notte ho avuto la dimostrazione che non tutte le mamme hanno le stesse dotazioni di serie. La mia compagna di stanza qui in ospedale russa beatamente nonostante il suo bambino pianga da 33 minuti esatti (sembrano pochi ma non lo sono affatto) e "l'allarme" del saturimetro emetta da mezz'ora un bip prolungato e fastidioso che farebbe saltare i nervi anche a un monaco buddista in meditazione.
Forse è la famosa eccezione che conferma la regola.
Forse io dovrei studiare la meditazione buddista.
Degenza multietnica
Durante i giorni di ricovero del nano piccolo ho avuto come compagne di camera due mamme simpatiche ma che hanno messo a dura prova la mia già scarsa propensione a socializzare. La prima, una ragazza cinese, ha provato a raccontarmi del suo lavoro ma senza la lettera Re con tutti i verbi all'infinito ho solo intuito che forse vende scarpe. Non ne sono certa però. Così come non sono certa di aver capito il nome del figlio... così difficile che le infermiere lo hanno ribattezzato Stefano.
Poi è arrivata una ragazza sudamericana e ho ritentato. Ma dei tre nomi del suo bambino ne ho capito soltanto uno. Per fortuna mi sono trattenuta da esclamare "Santiago come il figlio di Belen!"
Poi è arrivata una ragazza sudamericana e ho ritentato. Ma dei tre nomi del suo bambino ne ho capito soltanto uno. Per fortuna mi sono trattenuta da esclamare "Santiago come il figlio di Belen!"
Iscriviti a:
Commenti (Atom)