Caro Fagiolino

Caro Fagiolino,
mi ero ripromessa di fare tesoro della passata esperienza e di vivere la prossima, se mai ci fosse stata, da mamma "meno trafelata".
Mi ero detta "mai più un trasloco in gravidanza", e invece questa volta il pancione sarà ancora più grosso e tu rischierai di nascere in uno scatolone foderato di carta-bolle. 
Avevo intenzione di arrivare più riposata al momento fatidico, perchè, come giustamente mi fu detto per tuo fratello, "il bello arriva dopo", e invece sono già stravolta da tutti i cambiamenti in corso e previsti, dalle corse per non perdere l'autobus e dalla crisi d'astinenza da motorino, che dimezzava i tempi casa/ufficio e rendeva questa vita da pallina di flipper decisamente più comoda.
E poi, noi mamme trafelate dobbiamo fare i conti con il gioco degli incastri: meglio andare in ufficio fino all'ultimo per poter stare a casa un mese in più dopo il parto, e non dover litigare coi sensi di colpa nel dover mollare un pargolo di pochi mesi per rientrare subito al lavoro.
Ma non temere, Fagiolino: non vediamo l'ora di conoscerti (però non arrivare in anticipo!)

Camicia al pesto

A cena fuori, io e mio marito ordiniamo una pizza, mentre al nano viene servito il suo piatto preferito: pasta al pesto. 
L'entusiasmo lascia però subito il posto alla perplessità quando vede, tra una trofia e l'altra, anche patate e fagiolini... decide che questi intrusi toccheranno a me.
Nonostante il bavaglino, i pantaloni rimangono puliti per poco. Ma anche il papà non è da meno, e si schizza la camicia provocando un'evidente "patacca". 
Cercando di evitarmi i soliti litigi con Ace Gentile e similari, chiede uno smacchiatore, e gli portano del borotalco e una spazzola.
Il nano assiste all'operazione con grande interesse e curiosità, e vuole testare la spazzola: se la strofina un po' sulla camicia che, fino a quel momento, era miracolosamente rimasta pulita. 
Poi, per rendere il tutto più realistico, decide di immergere le manine nel suo piatto di pesto, ne raccoglie una discreta quantità e se la spalma sulla camicia. Aggiunge un po' di borotalco e con grande soddisfazione inizia a strofinare, in un pasticcio bianco e verde su sfondo blu.
Adesso sì che ha superato il suo papà!

La sottile linea tra il senso del dovere e il senso di colpa

Ultimamente il nano non ha più voglia di andare all'asilo: posso capirlo, dopo tanti mesi e soprattutto una settimana di ferie con mamma e papà, avrebbe preferito continuare ad andare al mare, per quanto si trovi bene sia con le maestre sia con gli altri bambini.
Questa mattina, al solito piagnucolio "ma ci devo andare anche oggi?", è seguita la domanda "poi mi vieni a prendere tu?"
Ho dovuto rispondere che, purtroppo, lavorando fino a tardi, non ce l'avrei fatta.
A quel punto, ancora più scoraggiato, mi ha chiesto "ma perchè devi sempre andare a lavorare? A me non piace che vai a lavorare fino a tardi, devi stare con me".
Per una mamma perennemente in lotta col senso di colpa, è una pugnalata al cuore.
E per un attimo ho pensato di telefonare in ufficio e dire che oggi non sarei riuscita ad andare a lavorare. 
Poi ho anche pensato alla tabella delle mie ferie, risicatissima per riuscire a stare a casa due settimane ad agosto e prendere permesso quando farà l'inserimento alla materna, e con il magone l'ho accompagnato all'asilo.

 

Così parlò...

Frasi raccolte qua e là.

- Mamma, mi piace come ti sei inchiostrata le unghie dei piedi. Questo colore rosso è più bello di quello viola!

- Per mangiare la brioche io sono grande, perchè ho tre anni. Ma per bere dalla tazza sono piccolo, perchè ne ho due e voglio il biberon.

- A casa dei nonni non c'è il castigo!

- Mamma voglio chiamare io l'ascensore. ASCENSOREEE!!! ASCENSOOOOOREEEE!!!!

- Non mi chiamo Tesoro, mi chiamo Simone!

- Mamma perchè mi accompagni tu anche oggi all'asilo... voglio papà che mi porta sulle spalle!
- Tesoro mi dispiace, oggi niente spalle, ti tocca la mamma.
- ... dove mi tocchi?! 

- Guarda mamma, mi sono fatto un teaggio sul braccio!!
A 3 anni col tatuaggio... cominciamo bene, per fortuna è un "trasferello"!

Dopo aver sguazzato in piscina per circa 3 ore consecutive, tiro fuori dall'acqua il nano raggrinzito per tornare a casa.
- Mamma, non possiamo andare via, mi sono dimenticato di fare il bagno! 

- Papà non voglio più giocare con te. Voglio giocare con la mamma, perchè è scarsa e perde!

- Nonno, tu hai i muscoli?
- Io ne ho pochi, tesoro, perchè ormai sono vecchio
- Io invece ho tanti muscoli, perchè sono nuovo! 

- Mamma, ma al parco non ci sono le zanzare: perchè ci sono i giochi e ci vanno a sbattere contro! 

- Mamma, poi anche io e te diventiamo alti come papà? Però tu devi anche diventare magra!