Non ci si abitua

Non so se esistano studi o ricerche a riguardo, ma posso affermare con assoluta certezza che no, non ci si abitua a svegliarsi presto. Per me è sempre stata una tortura puntare la sveglia all'alba, lo è e sempre lo sarà.

Nonostante i cinque anni di liceo con ingresso alle 7:45, nonostante i tre giorni a settimana in cui iniziavo alle 6:30... Gavetta inutile 

Soltanto vedere il numero 6 sulla sveglia mi mette ansia, e mi fa pensare al sonno che avrò per il resto della giornata. I tanti anni di esercizio non sono serviti a nulla, anzi, con il tempo sono perfino peggiorata.

Fino allo scorso anno, i nani hanno frequentato asilo, elementari e medie a 5 minuti a piedi da casa. Correndo, anche 3.

Adesso che il nano grande è al liceo, entra alle 7:50 e deve calcolare circa 40 minuti di tragitto a piedi e in bus, vorrei alzare bandiera bianca già alla seconda settimana.

Mi sembra di alzarmi in piena notte, anche se sono consapevole che in tanti lo fanno per andare al lavoro, per andare in piscina o a correre (ma chi vi costringe?! Siete pazzi).

E quando vedo l'espressione tomba del nano, vorrei dirgli TI CAPISCO invece di fingermi già attiva, mentre rimpiango il letto.

Grazie, Brenda

Pochi giorni fa è scomparsa l'attrice Shannen Doherty, dopo anni di "lotta" contro un tumore.

Potrei scrivere della stima e dell'ammirazione che provo per lei e per come ha affrontato la malattia.

Potrei scrivere del dolore per una giovane donna che ha lasciato la propria vita troppo presto.Ma il mio pensiero è molto più superficiale, in questo momento.

Il mio pensiero va a Brenda, Brenda Walsh di Beverly Hills 90210, la serie che è uscita quando ero in seconda media e avevo 12 anni.

Mi si perdonerà la licenza poetica... un periodo di merda.

Fresca di genitori separati e trasloco, capelli ingestibili (quelli non sono cambiati, ma almeno ora posso usare la piastra), tutti i tipi possibili di apparecchi ortodontici, aspetto infantile rispetto a tutte le compagne, neanche l'ombra di un po' di seno o di femminilità, la classica secchiona introversa.

Brenda, ogni giovedì sera su Italia Uno, rappresentava tutto ciò che avrei voluto essere. Non solo per la famiglia perfetta (almeno in apparenza, come quasi tutte le famiglie), il gruppo di amici uniti e affiatati, un fratello a farle da spalla e un fidanzato strafigo.
Quello che più invidiavo a Brenda era il suo taglio di capelli. Mentre io litigavo con onde anomale e meteoropatia, lei aveva questa scalatura inedita (per me) e la frangetta impeccabile (hai voglia a darci di phon e spazzola... un disastro), una chioma liscia e lucida, perfetta anche con la mezza coda.

Ecco, Brenda, grazie per avermi fatto sognare. Grazie per avermi dato la possibilità di vivere per qualche ora sotto il sole della California, in bikini sulla spiaggia, al ballo scolastico, in auto con Dylan, al pranzo del ringraziamento con la famiglia riunita.

Grazie per avermi fatto respirare l'armonia di casa Walsh, per avermi fatto sentire "trasgressiva" per il solo fatto di guardare una serie che i miei genitori ritenevano "inadatta".

 Grazie per avermi fatto sentire "accettata" quando un'amica mi invitava a casa sua soltanto per vedere la puntata insieme. Grazie, Brenda Walsh.

14 anni

Probabilmente è un luogo comunque, una frase banale, ma è così: non riesco a credere che siano già passati 14 anni da quando sei arrivato, rendendomi la tua mamma. 

Tanti auguri bambino, tanti auguri ragazzo. Non sei ancora davvero "grande", sicuramente non sei più "piccolo". Lo ammetto, ho nostalgia di quando ero tutto il tuo mondo, la tua fonte di risposte, il tuo medico e la tua enciclopedia.

Adesso il tuo mondo è fatto di coetanee e coetanei, come è giusto che sia. Sono felice di vederti felice quando stai con loro, quando impari a muoverti per la città, a piedi e coi mezzi, quando ti organizzi e mi chiedi "posso andare?" o "posso uscire con i miei amici"?

Sembrerà strano, ma vedere che non mi assomigli mi rende felice. Felice che tu abbia una compagnia di ragazzine e ragazzini come te che ti vogliono bene, ti chiamano, ti coinvolgono, che tu ti senta parte di un gruppo, libero di spiccare il volo, consapevole che c'è un nido che ti aspetta sempre.

Mi rende felice che tu ti senta libero di chiedere, di parlare, di fare domande, di contraddire.

Sogna, ragazzo, sogna. Sogna in grande, sogna sapendo che sei circondato da persone che ti amano, la tua mamma in primis.

8 marzo

Non ho mai festeggiato l'8 marzo in senso "tradizionale", nemmeno da giovane. Non me ne vogliano coloro che in questa occasione vanno a ballare o a cena nei locali con menù a tema fallico, ma sono troppo polemica (di natura) per confondere la giornata internazionale per i diritti delle donne con una festa. 

Oggi mi sono limitata a condividere sui social un po' di contenuti polemici, appunto, contro iniziative inutili e un'eguaglianza ancora troppo lontana, bandendo anche il più piccolo rametto dj mimosa (perché sono allergica, non perché non mi piaccia).

Tant'è, un vizio me lo sono voluto concedere. Invece della consueta doccia, ho deciso per un vero bagno nella vasca, con musica di sottofondo, tanta schiuma al profumo di fresia (a differenza di Miranda Priestly, lo adoro), e un bicchiere di vino rosso.

La situazione sarebbe dovuta essere idilliaca. Non avevo fatto i conti con alcuni trascurabili imprevisti.

Non riuscire a gestire il cellulare, e la musica, con le mani bagnate.

Rovesciare il vino nell'acqua.

L'irruzione di un preadolescente che rientra fradicio per un acquazzone che gli avevo ampiamente previsto.

Il mio relax, prima di togliere per sbaglio con un piede il tappo della vasca, vedendo scendere velocemente il livello dell'acqua, è durato il tempo di tre canzoni.

Più di quante ne ascolterei sotto la doccia, comunque.