Tutto ok?

Mi capita, per necessità ma non solo, di affidare i nani a una delle due nonne... Molto affettuose, a volte fin troppo, perché non sanno dire di no!
Dal momento che rientro nella categoria “mamma ansiosa”, non posso fare a meno, quando i miei figli sono con loro, di mandare i classici SMS “tutto ok?” e “come va?”. 
Spesso però sarebbe meglio non farlo, considerate alcune delle risposte.

Nonna: “Tutto benissimo! Siamo al bar a prenderci un caffè”
Io: “Un caffè? Anche il nano piccolo?” (sono già terrorizzata dall’effetto caffeina al momento di metterlo a letto la sera)
Nonna: “Ma no! Lui si beve il cappuccino!”
Eh… lì di caffeina mica ce n’è!

Nonna: “Sono bravissimi. A parte per una piccola rissa… il nano piccolo ha preso il nano grande a secchiellate. Ma lui non ha reagito!”
Meno male...

Nonna: “Tutto bene, stiamo giocando con delle vecchie riviste”
E allega foto del nano che impugna sorridente un paio di forbici appartenute Jack lo Squartatore

Nonna: “Tutto bene, a parte la merenda. Dopo la brioches, i biscotti e il succo di frutta, ha rifiutato il budino al cioccolato”
Per fortuna! Altrimenti avrei pensato:
a) sta dando la merenda a un bambino non mio
b) tra qualche anno ha il diabete

(to be continued...)

Vasca da bagno

Fino ad alcuni anni fa (quanti? Oddio, non voglio contarli!) la vasca da bagno evocava immagini di puro relax. 
Tempi dilatati per godersi l’acqua calda, il bagnoschiuma e la spugna. 
Schiuma, candele, oli essenziali... In sottofondo un po’ di musica, ma anche il silenzio assoluto. 
Adesso il silenzio assoluto non ricordo nemmeno che cosa sia, e la vasca da bagno per me è sinonimo di allagamento. Proprio così: come quando si rompe la lavatrice, pozze d’acqua sul pavimento e vestiti zuppi (i miei!) anche senza immergermi.
I due nani adorano fare il bagno. Non c’è proprio gara con la doccia! E la vasca diventa teatro di battaglie navali, lotta con schizzi e secchiate d’acqua, corsi di sub con tanto di maschera e occhialini (non abbiamo le pinne però). 
Il nano piccolo, qualche giorno fa, ha anche provato una nuova disciplina: il tuffo a bomba indoor.
Con lo sguardo di chi ha appena avuto l’idea più brillante del 21esimo secolo, ha urlato “Mamma guadda!” prima di lanciarsi con le ginocchia al petto in 30 cm di acqua.
Non ho avuto la prontezza di prenderlo al volo, sorpresa dallo tsunami che mi ha travolto e dal fatto che il nano fosse sopravvissuto all’impatto.

Per limitare i danni, dovrei affrontare la pratica “bagno cumulativo” in bikini come se fossi all'Aquafan di Riccione, e ricoprire il pavimento di asciugamani, ma in genere me ne ricordo sempre troppo tardi finendo per lavarmi anche io… ma vestita.