Ieri sera, aprendo il Registro Elettronico, ho notato che sotto la tendina "Alunno" non c'erano più due voci, ma tre. Inizialmente ho pensato che mi avessero assegnato un terzo figlio a mia insaputa, poi ho visto che si trattava di un doppione del nano grande, accompagnato dalla dicitura "scuola secondaria di primo grado".
Lo ammetto: pur avendo effettuato l'iscrizione online mesi fa, leggerlo nero su bianco mi ha provocato un certo effetto. E, lo ammetto, anche un po' di malinconia.
Mi rendo conto della fortuna che ho avuto, per entrambi i nani, nel trovare insegnanti, a parte una sola eccezione, così brave, attente e disponibili. Perché - diciamolo - le maestre sono un po' come i parenti: te le ritrovi, mica puoi sceglierle.
Anche nel delirio della DAD, il mio personale girone infernale a base di non-vedo-non-sento, si sono rimboccate le maniche e sempre hanno fatto sentire la propria vicinanza ai bambini e alle famiglie, con grande impegno e spirito di iniziativa.
So che alla scuola media il rapporto con i professori sarà più "distante": la mia speranza è che lo sia anche quello con i genitori. Sono assolutamente certa che non sentirò la mancanza di quei tribunali improvvisati e gare al genitore dell'anno che sono le "chat di classe". Ormai sono diventata sempre più intollerante a polemiche sterili, lezioni di vita e giudizi non richiesti. Sicuramente partivo da una buona predisposizione personale di insofferenza verso la competizione fuori contesto e da una scarsa dose di pazienza iniziale, che questi anni hanno irrimediabilmente eroso.
Non oso fare previsioni sul futuro, non dopo questi ultimi 14 mesi, ma soltanto l'augurio al mio nano di proseguire con serenità un percorso finora "fortunato".