Quando iniziai a svezzare il nano grande, ero una giovane mamma ottimista e inesperta, illusa che avrebbe spalancato la bocca e apprezzato i deliziosi brodini vegetali che preparavo con amore. Lo scontro con la realtà fu durissimo. Fauci serrate, espressioni disgustate e pianti isterici sono immagini ancora nitide nella mia mente, come le macchie di pappette sui bavaglini e sui muri della cucina.
Adesso tocca al nano piccolo. Sono partita più preparata ma altrettanto illusa e ottimista. A una settimana dal primo omogeneizzato il bilancio è più o meno questo.
10% sui miei pantaloni
10% sul pavimento
10% sulle calze del nano
30% sul bavaglino
20% sulla faccia del suddetto nano
E forse qualcosa è finito anche nella sua pancia